Reddito di Cittadinanza, la fine è vicina: 660 mila percettori dovranno farsene una ragione

La fine del Reddito di Cittadinanza è sempre più vicina per 600 mila percettori. Rimarrà solamente a pochi beneficiari che versano in serie condizioni economiche.

La parola fine verrà presto associata al Reddito di Cittadinanza. La misura non verrà più erogata a tutti coloro che hanno la capacità di svolgere un lavoro.

Reddito di Cittadinanza fine
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Giorgia Meloni ha sempre avuto le idee chiare sul Reddito di Cittadinanza. Una misura strutturata in maniera sbagliata, eticamente inconcludente e senza nessuna utilità nella ricerca di un’occupazione. Il progetto iniziale della Premier era di eliminare completamente il sostegno al reddito per trasferire in soldi in altri interventi più concludenti. Ora i piani sono cambiati e si pensa di mantenere l’RdC ma solamente per i cittadini realmente bisognosi. Tutti i percettori che possono lavorare vedranno sparire la ricarica mensile e si dovranno attivare per trovare un’occupazione che corrisponda una retribuzione per l’impegno profuso. L’obiettivo è creare lavoro vero togliendo l’RdC ai furbetti che per tre anni hanno preso i soldi senza dare nulla in cambio. Il Patto per il Lavoro è stato completamente ignorato complice anche l’assenza dei controlli sul rispetto delle direttive della normativa. Adesso è il momento della svolta con la stretta su 660 mila percettori di Reddito di Cittadinanza.

Reddito di Cittadinanza, per chi rimarrà

I soggetti fragili non in condizione di lavorare saranno gli unici beneficiari dell’RdC, questa l’intenzione di Giorgia Meloni. Chi può lavorare non può e non deve appoggiarsi ad un sostegno al reddito ma al lavoro. Il piano è ben definito ma al momento non si conoscono ancora i dettagli dell’attuazione. Salvini ha proposto uno stop di sei mesi per circa 900 mila percettori ossia coloro hanno la possibilità di lavorare e ricevono la misura da 18 mesi e più.

Le risorse in eccesso potrebbero così essere utilizzate per finanziare altri interventi urgenti come la riforma delle pensioni o gli aiuti contro l’inflazione. Il lavoro di calcolo delle somme da destinare all’una o all’altra misura sarà lungo e difficile. Non è semplice capire dove si può togliere e dove si può mettere. La stima di Salvini di 900 mila RdC in meno è probabilmente troppo alta. Bisogna tener conto degli “intoccabili” ossia minori, anziani e disabili – 86 mila circa – e di chi risulta già occupato seppur percependo una bassa retribuzione – circa 173 mila cittadini.

In conclusione, la fine dell’RdC sarebbe vicina per 660 mila percettori, quelli realmente occupabili. Di questi, il 72,8% non ha svolto una sola occupazione in tre anni. Qual è la causa?

Senza RdC che fine faranno gli attuali percettori?

I dati parlano chiaro, oltre 480 mila percettori di RdC non hanno svolto nessun lavoro – anche di breve periodo – negli ultimi tre anni. Naturalmente tanti furbetti non hanno minimamente cercato un’occupazione mentre altri hanno preferito affiancare alla misura un lavoro in nero in modo tale da percepire una ricarica più alta.

Tante altre brave persone, invece, non hanno ottenuto un lavoro perché professionalmente poco qualificate. Nel 70,8% dei casi, il titolo di studio è la licenzia media e un quarto dei percettori ha il diploma di scuola secondaria di secondo grado. La collocazione nel mondo del lavoro risulta, dunque, più difficile. Le aziende cercano figure già formate e pronte per lavorare. I centri per l’impiego si ritrovano a non aver alcuna offerta di lavoro per queste persone. Qui il Governo deve intervenire con corsi di formazione gratuiti oppure incentivi alle imprese per l’assunzione seguita da un percorso formativo.

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