Reddito di Cittadinanza, con la Legge di Bilancio 2023 addio alla domenica senza fine

Il Reddito di Cittadinanza subirà delle modifiche che verranno rese note con la Legge di Bilancio 2023. I percettori delle misura attendono di conoscere il loro destino.

La domenica senza fine di molti percettori di Reddito di Cittadinanza sta per trasformarsi in un lunedì di lavoro.

Reddito di Cittadinanza
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Sta arrivando il momento per alcuni titolari di RdC di riprendere in mano la propria vita e lavorare per ottenere un guadagno mensile soddisfacente. Charles Darwin sosteneva che “il lavoro nobilita l’uomo”, lo rende migliore spronandolo all’impegno e alle responsabilità. E pur riconoscendo l’importanza del tempo libero e del seguire le proprie passioni e hobby non si può non essere d’accordo con il famoso scienziato. D’altronde poche persone possono, oggi, permettersi di non lavorare e vivere una vita dignitosa.

La ricerca dell’occupazione, però, non è semplice e tante persone si ritrovano senza un’entrata mensile mentre attendono il loro turno per entrare nel mondo del lavoro. Proprio per sostenere economicamente questi cittadini è nato il Reddito di Cittadinanza. Ottime intenzioni ma nella realtà dei fatti la misura ha preso tutt’altra direzione. Ora ci si ritrova con tante persone in età da lavoro che passano il tempo a “ciondolare” vivendo con i soldi dello Stato e con qualche lavoretto in nero. Il nuovo Governo Meloni vuole porre un freno a questa situazione, vediamo come.

Il Reddito di Cittadinanza pronto al cambiamento

Il Reddito di Cittadinanza è una misura fallimentare sotto diversi punti di vista. Sarebbe dovuto essere un trampolino di lancio verso un’occupazione invece è risultata una strada comoda verso… il divano. Giorgia Meloni si è sempre mostrata contraria all’Rdc nella forma attuale specificando come l’arma contro la povertà debba essere il lavoro e non l’assistenzialismo.

Da qui l’esigenza di cambiamenti che scatteranno con molta probabilità con la Legge di Bilancio 2023. L’idea è di togliere l’RdC a chi può lavorare ma, ad oggi, non si conoscono i dettagli del come ciò potrebbe realizzarsi. Cinque milioni e mezzo di poveri non possono essere introdotti contemporaneamente nel mondo del lavoro così come non è possibile migliorare la situazione di tutti. Parola d’ordine è prudenza e il Ministro del Lavoro Marina Calderone sta cercando di agire in tal senso costruendo una riforma ad hoc.

Mettere l’RdC in pausa tra le possibili soluzioni

Tra le soluzioni delineati fino ad oggi citiamo la proposta di Salvini di sospendere l’RdC per un periodo più lungo rispetto al mese previsto oggi dopo il rinnovo dei 18 mesi. I soldi risparmiati potrebbero essere così destinati a Quota 41 modificata ma al momento l’intenzione della Premier Meloni è di prorogare le misure attive di pensionamento anticipato.

Cosa fare, dunque, dell’Rdc? La misura non può sparire da un giorno all’altro proprio perché serve la prudenza prima citata. Si potrebbe limitare l’erogazione ai soggetti più fragili, agli invalidi e agli over 50/55 anni che faticherebbero a trovare un lavoro. Contemporaneamente, però, sarebbe necessaria una politica attiva della ricerca del lavoro che porti realmente dei frutti. Dato che è impensabile lasciare tutti i percettori di Rdc senza entrate mensili è indispensabile che venga definito un piano occupazionale affinché gli attuali beneficiari del sostegno possano vivere con uno stipendio guadagnato lavorando.

Maggiore attività dei Centri per l’Impiego, incrocio più stringente tra domanda e offerta, corsi di formazione, se rivoluzione dovrà essere occorrerà ripartire da zero e costruire un nuovo Reddito di Cittadinanza.

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