Conto corrente, il limite che mangia i risparmi: non lo superi, non perdi soldi

Un conto corrente con un saldo oltre i 5 mila euro mette a rischio i propri risparmi. Vediamo come evitare la perdita del denaro.

La normativa prevede l’applicazione di un’imposta di bolla per un saldo in banca o alle Poste superiore a 5 mila euro.

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Un’elevata percentuale di cittadini italiani ha un conto corrente su cui versare i propri risparmi, lo stipendio o la pensione. L’utilità di questo strumento è indiscussa. Consente l’accredito della retribuzione mensile, la domiciliazione delle utenze, i trasferimenti di denaro da un conto all’altro. Grazie all’home banking, poi, la gestione dei soldi è pratica, veloce e in ogni momento si possono controllare i movimenti, procedere con un investimento oppure con un bonifico. Accumulare denaro sul conto – per quanto complicato in un periodo di rincari e crisi economica – è prassi comune per i cittadini che contano sull’affidabilità e sulla sicurezza della banca per tutelare i risparmi. Eppure è importante sapere che, oltre un certo limite, i soldi diminuiranno a causa di un’imposta di bollo che si aggiungerà al comune canone e ad altri costi già preventivati.

Conto corrente, cosa accade sopra i 5 mila euro

Il saldo di 5 mila euro sul conto corrente fa scattare un’imposta di bollo obbligatoria che i contribuenti devono versare allo Stato. Deve essere corrisposta annualmente arrivando ad incidere non poco sulla perdita dei propri risparmi. Il costo è fisso – 34,20 euro all’anno per le persone fisiche e 100 euro all’anno per le imprese – indipendentemente dal reale importo dei risparmi sul conto. Per questo motivo si dice che la tassa è indiretta, perché non dipende dalle capacità contributive del cliente dell’istituto di credito.

Con riferimento al saldo, è bene specificare che viene calcolata la giacenza media sul conto corrente con il calcolo che interessa la giacenza costante in 365 giorni sul conto stesse. Se superiore a 5 mila euro l’imposta deve essere corrisposta.

Come evitare il pagamento dell’imposta

Prelevare denaro per scendere sotto i 5 mila euro prima dell’applicazione dell’imposta non comporterà l’esonero dal pagamento della stessa. Come detto, infatti, viene calcolata la giacenza media nel corso di un anno. Il saldo, dunque, dovrà essere costantemente sotto i 5 mila euro per poter evitare il versamento dei 34,20 euro all’anno. Se i risparmi superano di poco tale cifra è consigliabile effettuare prelievi frequenti di basso importo al fine di ridurre la giacenza media. Prelevare, dunque, la somma necessaria per pagare bollette, la spesa alimentare o la quota mensile della palestra.

Se i risparmi accumulati raggiungono somme importanti non è possibile procedere con i prelievi. Ricordiamo, infatti, che il Fisco monitora attentamente i movimenti dei soldi sul conto e in caso di prelievi onerosi i controlli scatterebbero certamente. Il titolare può optare, allora, per investimenti privi di rischi volti alla tutela dei risparmi. Conti deposito, Libretti Postali o Buoni Fruttiferi Postali sono degli esempi di strumenti di risparmio da approfondire in cui depositare parte del capitale (quello che eccede i 5 mila euro) per vederlo fruttare nel tempo.

Chi è esonerato dal pagamento della tassa

Alcuni cittadini sono esenti dal pagamento della tassa. Parliamo di chi ha un conto corrente base destinato ai clienti con specifiche esigenze finanziarie limitate e dei titolari di pensione minima con reddito annuo inferiore a 18 mila euro o ISEE inferiore a 8 mila euro. L’ultima esenzione riguarda i conti aperti in seguito a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria.

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