Mezzi pubblici, un nuovo picco in arrivo: biglietti più cari a gennaio

La situazione è ormai più che mai delicata, in ogni parte del paese. Gli italiani, soffrono più che mai i prepotenti venti di crisi.

In questo momento tanto delicato per il cittadino nessuna dinamica sembra in qualche modo potersi definire per esso stesso favorevole. Intorno a noi ogni bene, ogni articolo sul mercato aumenta. Ogni prezzo, importo per l’appunto di beni, servizi, articoli di primaria importanza o meno, è ormai lontano parente dello stesso, presente, sul mercato, soltanto pochi mesi fa. Inoltre ad aumentare di prezzo, a breve, saranno anche i mezzi pubblici.

Autobus aumenti prezzi
Eco di Milano

Non bastava l’aumento indiscriminato dei prezzi di qualsiasi genere alimentare, qualsiasi oggetto, servizio. L’aumento del carburante, indipendentemente dalla tipologia. Benzina, diesel, gas, metano. Il raddoppio degli importi delle bollette. La questione quindi energetica, con i consumi praticamente ormai ingestibili. Un’altra amara sorpresa per i cittadini dal prossimo anno. Ad aumentare saranno anche i prezzi del trasporto pubblico.

Dal prossimo 9 gennaio, infatti, la situazione in qualche modo sarà molto meno semplice per i cittadini di Milano. Il capoluogo lombardo, infatti inaugurerà questa nuova e per niente apprezzata tendenza. Il tutto, spiegano dalle stesse istituzioni, per far fronte all’adeguamento Istat. Resteranno, invece invariati i prezzi di abbonamenti urbani, mensili e annuali. Invariate anche le agevolazioni previste dal Comune di Milano, nello stesso ambito.

A Milano, quindi, il biglietto ordinario Atm passerà da 2 a 2,20 euro, il carnet dieci corse da 18 euro a 19,50 euro, il giornaliero da 7 a 7,60 euro e il biglietto valido per tre giorni da 12 a 13 euro. Tutti i biglietti acquistati con la vecchia tariffa avranno una ulteriore validità di 60 giorni dall’entrata in vigore del relativo adeguamento tariffario. La data limite, è quindi il prossimo 10 marzo 2023. Lo stesso adeguamento del biglietto è stato deliberato lo scorso 26 agosto dall’Agenzia di bacino. Il Comune ha però stabilito che il tutto avrebbe avuto riscontro dal 2023.

Arianna Censi, assessora alla mobilità, del comune milanese, ha cosi spiegato la dinamica in questione riguardante l’aumento dei biglietti del servizio di trasporto pubblico: “L’adozione di questo provvedimento, ha comportato per il Comune un notevole sforzo per il reperimento di risorse straordinarie. Purtroppo la manovra tariffaria non è più rimandabile, soprattutto per il costante impegno economico profuso per la realizzazione di nuove linee metropolitane, a fronte del quale non interviene un adeguato incremento di risorse da parte dei trasferimenti regionali”.

Mezzi pubblici, un nuovo picco in arrivo: la posizione del Comune di Milano

Lo stesso Comune di Milano, in merito alla questione aumento delle tariffe per quel che riguarda il trasporto pubblico ha in ogni modo mantenuto una decisa posizione: “Milano risulta tra le città con le tariffe più basse – sottolineano da Piazza della Scala – al di sotto dei 2 euro c’è solo Lione, che ha quattro linee metropolitane, il biglietto a 1 euro e 90 centesimi e i bambini viaggiano gratis fino ai 4 anni (non fino ai 14 come a Milano)”.

“Costano però di più gli abbonamenti – si spiega – 66 euro quello mensile e 730 euro quello annuale. Il biglietto a Vienna, che ha come Milano cinque linee di metropolitana, costa 2,4 euro e vale solo per il singolo viaggio (e non per 90 minuti), mentre l’abbonamento mensile arriva a 51 euro. In questo caso i bambini viaggiano gratis fino ai 6 anni. A Barcellona, che può contare su 12 linee di metropolitana, il biglietto costa 2,4 euro e vale una sola corsa, mentre i bambini sopra i 4 anni pagano”.

“A Berlino – continua –  con 9 linee, i bambini pagano a partire dai 7 anni e il biglietto è di 3 euro, con un costo dell’abbonamento annuale più del doppio di quello milanese: 761 euro. Ad Amburgo e a Monaco, la prima con quattro linee di metropolitana e la seconda con sei linee, il biglietto singolo costa 3,5 euro. Gli abbonamenti annuali vanno dai 548 euro per la prima a 709 per la seconda. A Londra, con 12 linee di metropolitana, il biglietto singolo costa 5,6 euro, l’abbonamento mensile 169 euro e l’annuale 1.750, più di cinque volte rispetto a quello milanese”. Una posizione che insomma spiega quella che è la situazione nelle principali città europee, comunicando non poche sorprese, in merito.

È assolutamente necessario rivedere la ripartizione del Fondo Nazione dei Trasporti – conclude l’assessora Censi – perché non è equo. Non sostiene, anzi penalizza, chi continua a fare investimenti sul miglioramento delle linee. Certamente non avremmo voluto procedere con l’adeguamento, ma al nostro appello non hanno risposto né la Regione Lombardia né il governo. Siamo coscienti delle difficoltà derivate dalla crisi economica e per questo abbiamo scelto di non caricare il sovrapprezzo derivato dall’aumento Istat sugli abbonamenti, così da tutelare chi sceglie quotidianamente i mezzi pubblici. Per il futuro chiediamo al nuovo ministro dei Trasporti che si possa riaprire subito un dibattito sulla riprogrammazione delle risorse in base ai chilometri di trasporto pubblico erogati”.

Il Comune, insomma, a Milano, si prende la responsabilità, per cosi dire, di una manovra forse assolutamente dovuta. Le istituzioni confrontano la situazione con le altre città e in qualche modo trovano e propongono margini di sollievo. I prezzi, sembra, restano fortemente competitivi e per niente “assurdi”. Il cittadino, insomma, non deve fare altro che adeguarsi.

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