Spesa alimentare, l’inganno del marketing: così spendiamo di più

Fare la spesa è solo apparentemente un procedimento semplice. In realtà è una partita a scacchi fra il consumatore e il marketing.

Non sempre la responsabilità di uno scontrino troppo elevato va attribuita alle mani bucate di chi ha fatto la spesa. Anzi, molto spesso si finisce per sforare il budget previsto nonostante l’oculatezza.

Spesa marketing supermercati
Eco di Milano

Il problema non è tanto la gestione del proprio portafogli quanto l’attenzione a delle strategie di marketing affidate a menti esperte del settore. E che, inevitabilmente, finiscono per gravare sul bilancio finale in modo ben più marcato di quanto ci si aspetterebbe. Trucchi che potremmo definire “del mestiere”, o meglio, del settore. Mosse invisibili, tanto studiate quanto efficaci, proprio perché difficilmente percepibili da chi è distratto dalla pratica di riempimento del carrello. E questo vale, con le debite (ma rare) eccezioni, anche per il consumatore più accorto. Perché le strategie di marketing sono studiate appositamente per indurre il cliente al maggior dispendio possibile, attraverso l’acquisto di prodotti che, almeno in partenza, non sono presenti sulla lista della spesa.

Considerando la confidenza della stragrande maggioranza dei consumatori con i supermercati, l’idea di riuscire a gestire al meglio le tante proposte di offerta (o presunte tali) si fa spesso strada nelle nostre menti. Tuttavia, spesso si tratta di una considerazione errata. Perché anche l’offerta apparente può nascondere delle insidie. E, a conti fatti, potrebbe addirittura non essere una vera offerta. Basti pensare al famigerato 3×2, ritenuta una delle migliori proposte commerciali ma, in realtà, tutt’altro che una concessione gratuita di un prodotto sui tre acquistati. Piuttosto, una riduzione del 33,33% sul terzo pezzo acquistato. Diversa dal “prendi 3, paghi 2” che, in teoria, dovrebbe concedere uno sconto del 100% su uno dei tre pezzi.

Offerte o no? Le strategie di marketing dei supermercati per farci spendere di più

Niente di illecito chiaramente. Si tratta di logiche di mercato che, vuoi o non vuoi, vengono applicate in modo sistematico per far sì che il guadagno sia il più elevato possibile. I supermercati in questo senso non fanno eccezione. E il consumatore, anche il più attento, potrebbe non avvedersi nemmeno di una certa disposizione degli scaffali piuttosto che del piazzamento di un prodotto accanto a un altro. Eppure, si tratta di pianificazioni precise, volte a indurre l’acquirente a riempire il carrello non solo con il prodotto necessario ma anche con un altro in qualche modo collegato a esso. Meglio ancora se il prezzo fosse vantaggioso. In sostanza, difficilmente si riuscirebbe a uscire dal supermercato avendo nelle proprie buste unicamente i prodotti segnati sulla lista. Avere contezza di queste strategie, potrebbe consentirci un risparmio anche sul budget stimato. Tuttavia, è estremamente difficile sfuggire all’esca.

A meno che non ci si trovi in particolari condizioni economiche, nel qual caso l’attenzione ai prodotti acquistati sarebbe al millesimo, ogni strategia di marketing applicata potrebbe fare la differenza. Addirittura il colore delle confezioni, disposte secondo una certa logica, potrebbe indurre all’acquisto. Le confezioni, infatti, giocano un ruolo fondamentale sull’appetibilità del prodotto. Uno dei trucchi applicati più di recente, riguarda proprio le scatole, realizzate con materiali meno spessi per far risultare il carrello più leggero. E, in tal modo, dare la sensazione al consumatore che la spesa fatta fin lì non sia poi così voluminosa. Apparentemente un trucco da due soldi. Ma sono comunque due soldi guadagnati. Dal venditore.

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