Sinisa Mihajlovic, fino all’ultimo con lui: chi è Arianna Rapaccioni

Arianna, moglie di Sinisa Mihajlovic, è stata con lui fino all’ultimo. Segno di un amore andato oltre la malattia, più forte del destino.

 

La battaglia più difficile, condotta insieme. Sinisa Mihajlovic ha giocato fino all’ultimo, mostrando lontano dai campi la stessa grinta messa in ogni contrasto. Fino a quello decisivo.

Sinisa Mihajlovic Arianna Rapaccioni
Eco di Milano

Se non è bastato, è perché la vita a volte decide altrimenti. Senza dare il giusto valore agli sforzi per tenerci legati a essa. Ma Sinisa la sua battaglia non l’ha condotta da solo. Al suo fianco gli amori di sempre, cresciuti assieme a lui. Da quello della moglie Arianna a quello dei suoi figli, amori nati quando le sue sfide erano quelle più belle. Quelle dei campi da gioco. Mihajlovic ha combattuto fino a che le forze, le tante forze che aveva, glielo hanno concesso. E c’è stato un momento in cui la speranza sembrava aver avuto la meglio sulla paura. Un attimo in cui l’ennesima punizione sembrava poter finire all’incrocio dei pali, scagliata col suo sinistro di dinamite come tante volte durante la sua lunga carriera. Prima che la malattia tornasse a ingaggiarlo sul terreno dei contrasti, dal quale Sinisa non si era mai tirato indietro. Né prima né dopo.

Nel suo allenamento più importante, non è stata solo la sua squadra a essere chiamata a raccolta. Mihajlovic ha mostrato come si combatte per il bene più prezioso, non solo con il coraggio ma anche con il sorriso. E quando le nubi sembravano passate, eccolo di nuovo in panchina, a guidare i suoi ragazzi. Destinatari, come tutti, del consiglio tattico migliore possibile. Impartito da un sorriso sempre pronto ad accendersi dietro l’aria da duro, da mister severo, da incassatore e bomber e insieme. Uno di quei sorrisi sia accoglienti che sornioni, quasi una sfida a sé stesso, prima ancora che all’avversario. Quello che ha mostrato anche al nemico peggiore, quello più crudele e scorretto, che attacca alle spalle. Che forse sembra aver vinto ma che in realtà è stato sconfitto. Dall’amore e dal ricordo.

Sinisa Mihajlovic e Arianna Rapaccioni: 25 anni di amore

Mihajlovic veniva dalla ex Jugoslavia, cresciuto in un paese di periferia dove non c’era molto spazio per i sogni. Nemmeno per un ospedale a dire il vero. Eppure, iniziò lì a educarsi calcisticamente. Passando in pochi anni dai campetti di città al Karađorđe di Novi Sad, per poi ritrovarsi in un attimo con la maglia della Stella Rossa di Belgrado addosso e la Coppa dei Campioni in mano. Con gli anni Novanta alle porte e l’Italia, dove aveva sollevato quel trofeo, nel destino. La Roma giallorossa, Genova (sponda blucerchiata), di nuovo Roma e le relative glorie in maglia biancoceleste. Quegli anni Novanta durante i quali anche Arianna Rapaccioni iniziava la propria carriera. Lei in televisione, affiancando Fabrizio Frizzi nello show Luna Park. Piccolo schermo che abbandonerà presto. Perché “Sinisa mi ha stroncato la carriera” dirà, ma nel senso più bello del termine. “Ci siamo guardati e non ci siamo staccati più”.

Venticinque anni di matrimonio e cinque figli a coronare il sogno. Con la forza trainante di quell’amore che davvero sposta le montagne. Anche quando sembra averle lasciate lì dove sono dopo uno sforzo immane. C’è stato un momento in cui sembrava davvero che il lieto fine fosse dietro l’angolo. Quello più bello, quello meritato, anche per qualcuno che, come disse lo stesso Sinisa, “ha dormito su una sedia di notte per stare vicino a me”. Sembrava possibile a tutti coloro che, almeno una volta, lo avevano visto calciare una punizione. Perché la tirava Sinisa. E questo bastava.

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