Pensioni, cambiano gli importi nel 2023: sai quanto ci guadagni?

Grazie al meccanismo di adeguamento all’inflazione, le pensioni nel 2023 cresceranno, anche se in maniera varia.

Alcuni pensionati infatti riceveranno una percentuale di adeguamento maggiore di altri per aiutarli ad affrontare l’aumento dei prezzi che sta affliggendo l’economia italiana.

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Eco di Milano

Dopo anni di inflazione ferma e una pandemia che ha portato l’economica in recessione, diversi fattori si sono combinati e hanno fatto impennare i prezzi come mai visto prima nel nuovo millennio. Le pensioni sono già state adeguate una volta, con una misura del governo Draghi, ma ad inizio anno interverrà il meccanismo automatico di adeguamento che permetterà a migliaia di pensionati di rimanere al passo con i prezzi al consumo ormai altissimi. Anche se a novembre l’inflazione è rimasta stabile, su base annua ha comunque toccato il 12% rispetto al 2021.

Le cause dell’inflazione

Il motivo per cui le pensioni si alzeranno a partire da gennaio 2023 è l’inflazione. L’aumento dei prezzi industriali e al consumo, di solito sintomo di un’economia in crescita, è andato oltre ogni parametro previsto toccando il 12% annuo. Cifre che non si vedevano da decenni nel nostro paese, e che sono diffuse in tutta Europa. Le cause di questa crisi inflazionistica sono tre. La prima è la ripresa post Covid. Le attività produttive e i consumi hanno ricominciato a crescere finiti i lockdown e l’aumento della domanda ha inevitabilmente portato ad un aumento dei prezzi.

Il sistema si è però inceppato, e questa è la seconda causa. Troppa domanda di troppi beni, tutta nello stesso momento, ha messo in crisi il commercio mondiale. I porti si sono bloccati, le navi sono rimaste senza container e questo ha ritardato le consegne di materie prime e prodotti finiti in tutto il mondo, riducendo l’offerta. Alta domanda e bassa offerta hanno quindi creato una spirale inflazionistica che ha continuato a crescere.

Infine è arrivata la guerra in Ucraina. L’attacco della Russia ha portato a sanzioni verso i prodotti energetici di Mosca, che come conseguenza ha avuto un ulteriore aumento del prezzo del gas e del petrolio. L’aumento del prezzo dell’energia ricade su ogni aspetto del sistema produttivo, dall’estrazione delle materie prime, alla lavorazione al trasporto alla vendita, dando il colpo di grazia all’inflazione.

Quanto aumenteranno le pensioni per l’infalzione?

A partire da gennaio 2023 scatterà l’adeguamento delle pensioni. L’aumento dovuto al meccanismo automatico sarà del 7,3%, ma il governo ne ha ridotto la portata stabilendo alcuni scaglioni. Coloro che ricevono fino al quadruplo della pensione minima, che è 538 euro al mese, riceveranno l’adeguamento pieno. Tra quattro e cinque volte la pensione minima la rivalutazione sarà al 90%, mentre oltre cinque volte del 75%.

Il governo Draghi era però già intervenuto in questo senso, anticipando l’aumento delle pensioni. Il meccanismo automatico è infatti annuale, e si calcola sull’inflazione dell’anno precedente. Per il 2022 quindi teneva conto dell’inflazione praticamente nulla del 2021. Quindi l’adeguamento era stato di appena lo 0,2%. Ma durante l’anno, come abbiamo visto, l’inflazione è andata alle stelle mentre le pensioni sono rimaste ferme.

Il governo Draghi ha quindi deciso di anticipare a luglio una parte dell’aumento della pensione, portando l’adeguamento dallo 0,2% al 2,2%. L’aumento totale rispetto ad un anno fa a gennaio sarà quindi del 9,5%. Il governo Meloni invece, su richiesta di Forza Italia, porterà le pensioni minime da 538 a 600 euro. 

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