Cartelle esattoriali, alcune non bisogna pagarle ma molti non lo sanno: come controllare

Anche le tasse possono essere prescritte, ma sulle cartelle esattoriali rimangono dei dubbi. Ecco quando si può evitare di pagare le cartelle. 

Il pagamento di una cartella esattoriale non è sempre obbligatorio. La decisione spetta a un giudice, ma anche le cartelle possono andare in prescrizione.

person using calculator calculating tax refund on the table

Le cartelle esattoriali, che si ricevono dall‘Agenzia delle Entrate Riscossione in caso di mancato pagamento di una tassa, devono solitamente essere pagate in breve tempo. Tolti interventi straordinari, come la cosiddetta rottamazione o i condoni fiscali, non ci sono molti modi di evitare queste sanzioni. Esiste però una terza strada, legata al tempo trascorso dalla notifica della cartella esattoriale.

Quando vanno in prescrizione le tasse?

Come molti altri reati, anche il mancato pagamento di un’imposta o di un tributo vanno in prescrizione. Esattamente come accede per altre infrazioni, la magistratura si riserva il privilegio di non punire violazioni che risalgono troppo indietro nel tempo. Per le tasse questa data varia a seconda di quale tributo non sia stato pagato.

Il primo a ricevere la prescrizione è il bollo auto. La tassa sul possesso di un’automobile, riscossa a livello regionale, è prescritta in soli tre anni. A seguire ci sono una serie di tasse che vengono prescritte in cinque anni, come quelle sulla casa o sui rifiuti, le multe per violazione del codice della strada e buona parte delle sanzioni amministrative. Il resto dei tributi e dei pagamenti dovuti allo stato, dal Canone Rai all’IVA all’IRPEF, sono prescritte in 10 anni dal mancato pagamento.

Cartelle esattoriali, come funziona la prescrizione di quelle scadute

La prescrizione delle tasse è praticamente automatica, ma le cose si complicano se al mancato pagamento di un’imposta è seguita la notifica di una cartella esattoriale da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Non esiste infatti una procedura automatica, e questi procedimenti finiscono di conseguenza davanti ad un giudice, che deve decidere sulla prescrizione.

Il problema che sorge da questi casi è che raramente i giudizi dei tribunali su questi argomenti sono del tutto uniformi. Quindi il risultato può cambiare da giudice a giudice. Le interpretazioni principali che la magistratura ha fin qui seguito sulla prescrizione delle cartelle esattoriali sono due. La prima è utilizzare le stesse tempistiche dettate dalla prescrizione delle tasse relative alle cartelle prese in considerazione.

Le decisioni che seguono questa prassi sono le più diffuse. Quindi se una cartella riguarda il bollo auto, viene prescritta in 3 anni. Al contrario se riguarda l’IRPEF viene prescritta in dieci anni. L’altra possibilità è che il giudice decida per un approccio semplificato, e decida che tutte le cartelle esattoriali sono prescrivibili in cinque anni.

Anche se ancora minoritaria nelle sentenze, questa prassi si sta lentamente affermando sempre di più. Tolto il caso del bollo auto, l’applicazione di questa metodologia ridurrebbe o lascerebbe inalterati i tempi di prescrizione delle cartelle. Buona parte delle tasse infatti viene prescritta in cinque o in dieci anni, come vi sto nel paragrafo precedente.

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