Scuola, proposta shock sui rincari energetici: un cambiamento storico

Per far fronte ai rincari energetici, è stata avanzata una nuova proposta che riguarda il mondo della scuola. Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo. 

Riusciremo a riscaldarci il prossimo inverno? Una domanda a cui nemmeno l’analista più esperto saprebbe rispondere in questo momento.

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Il conflitto iniziato da Vladimir Putin in Ucraina a fine febbraio, si è rapidamente trasformato in una vera e propria guerra economica tra il Cremlino e l’asse atlantico composto da Stati Uniti ed Unione Europea. 

La guerra del gas continua, e per l’Ue il prossimo inverno è una vera e propria incognita

E purtroppo, anche se in pochi inizialmente hanno voluto ammetterlo, era Mosca a tenere il coltello dalla parte del manico. Che buona parte delle nazioni europee siano infatti dipendenti dalle forniture del gas russo non è certo un mistero, e persino stati come la Germania non ne possono fare a meno. Se davvero Putin decidesse di chiudere i rubinetti per sempre, nessuno sa dire dove il vecchio continente prenderebbe il gas per l’inverno.

E questo è il motivo per cui sempre più spesso nel nostro paese sentiamo parlare di razionamenti energetici. Alcune misure le stiamo già scontando e celebre in tal senso è stata la conferenza di Draghi di inizio estate, in cui parlava alla popolazione delle necessità di usare il condizionatore il meno possibile. 

Ridurre la settimana scolastica, ecco la proposta per diminuire il costo dell’energia negli edifici scolastici

Le bollette non smettono di aumentare, con imprese in Italia che lamentano un prezzo superiore anche di dieci volte a quello dello scorso anno, e adesso è arrivata una proposta per risparmiare energia anche all’interno del mondo della scuola. Si sta infatti pensando di ridurre la settimana scolastica da sei a cinque giorni per cercare di contenere i costi energetici degli edifici.

Una misura che oltretutto, dalle prime stime fatte da alcuni tecnici, non dovrebbe costare nemmeno troppo: nelle previsione la spesa sarebbe contenibile tra i cinque e gli otto miliardi di euro. Resta da capire se il risparmio energetico paventato sarebbe invece reale. Parliamo al momento di una semplice idea, che però ben presto dovrà confrontarsi con le reazioni e i pareri di un mondo, quello della scuola, già duramente provato da tutte le conseguenze economiche e sanitarie causate dalla pandemia. 

Il governo pensa ad incentivare lo smart working per le aziende, ma c’è un rischio grossissimo per i dipendenti …

La questione però, com’è facilmente intuibile, dovrà essere necessariamente affrontata dall’esecutivo che si insedierà dopo le elezioni del 25 Settembre. Il governo uscente guidato da Mario Draghi non ha la possibilità di scrivere la nuova legge di bilancio. Un’altra ipotesi da affiancare a questa che riguarda il mondo della scuola, si concentra invece sulla possibilità di sitituzionalire lo smart working nel settore privato in modo da calmierare i costi che le aziende stanno affrontando.

Si tratterebbe però di una misura, che se non normata adeguatamente, finirebbe per scaricare il costo dell’energia direttamente sui dipendenti, e si capisce bene che anche questo sarà un tema molto spinoso da affrontare per il nuovo governo che verrà.

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