Stop all’acqua frizzante: l’allarme che (forse) nessuno si sarebbe mai aspettato

L’amministratore delegato di acqua Sant’Anna ha lanciato un allarme e parla di un possibile stop alla produzione di acqua frizzante.

L’allarme è stato lanciato da Alberto Bertone presidente e amministratore delegato di acqua Sant’Anna. Si tratta di uno dei più grossi produttori europei di acque oligominerali, che ha fatto sapere che a breve verranno fermate le linee che producono acqua frizzante, a causa dell’assenza di CO2.

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Nella stessa epoca in cui molti Governi stanno impiegando risorse economiche e competenze per fare in modo che nei prossimi 30 anni la produzione di anidride carbonica sia azzerata, c’è chi si lamenta dell’assenza di CO2.

Ci stiamo riferendo al presidente e amministratore delegato di acqua Sant’Anna, Alberto Bertone, che ha comunicato lo stop delle linee di produzione dei prodotti glassati a causa dell’introvabilità dell’anidride carbonica.

A quanto pare anche gli altri competitors del settore sono nella stessa situazione.
Può sembrare un paradosso, ma nel periodo in cui l’eccessiva quantità di CO2 sta provocando enormi cambiamenti climatici e il surriscaldamento di globo, le aziende che producono acqua frizzante non riescono a reperire il suddetto gas.

Stop alla produzione di acqua frizzante: il paradosso dell’anidride carbonica

Quello di cui stiamo parlando è probabilmente il più grosso paradosso degli ultimi tempi. In questa era, infatti, numerosi Paesi, soprattutto occidentali, stanno lavorando duramente per mettere in atto una transizione ecologica necessaria per abbassare la temperatura del pianeta. L’innalzamento della temperatura dei mari e dell’atmosfera è l’effetto diretto dell’eccessiva quantità di anidride carbonica intrappolata nell’atmosfera.

In questo momento la produzione di CO2 è dovuta a due fattori combinati tra loro: inquinamento e deforestazione. Curiosamente, però, c’è un settore merceologico molto importante che fa fatica a reperire l’anidride carbonica. Ci stiamo riferendo alle aziende che producono bevande gassate, compresa l’acqua frizzante.

L’allarme è stato lanciato da una delle più grandi aziende del settore delle acque, ovvero Acqua Sant’Anna. A quanto pare la carenza di CO2 coinvolge l’intero settore e il motivo è legato al fatto che le aziende che producono CO2, preferiscono destinare la produzione al comparto della sanità. A quanto pare il problema è presente da diverso tempo: è solo aumentato e peggiorato nel corso del tempo.

L’anidride carbonica utilizzata per i prodotti alimentari, infatti, non può essere prelevata facilmente dall’atmosfera. Dopo tutto, per inserire anidride carbonica in un liquido, come l’acqua, il gas deve essere prelavato dall’ambiente, purificato e sottoposto ad alte temperature. Insomma si tratta di un processo complesso che richiede la giusta attrezzatura e competenza. Per questa ragione, esistono delle aziende che si sono specializzate proprio in questo campo.

Ad ogni modo, la difficoltà a reperire il suddetto gas è presente già dalla fine del 2021. In tale occasione, le aziende di acque oligominerali erano riuscite, in qualche modo, a tamponare questa carenza. Ora però le cose sono peggiorate, fino a diventare una vera e propria emergenza che riguarda tutti i produttori europei.

Così come riportato dallo stesso Alberto Bertone: “Le aziende di C02 ci spiegano che preferiscono destinare la produzione al comparto della sanità, saremmo disposti a pagarla di più anche se già costava carissima, ma non c’è stato verso di fare cambiare idea ai nostri fornitori”. E poi aggiunge: “Così l’acqua gassata rischia di finire: una volta finiti gli stock nei magazzini di supermercati e discount, non ci saranno più bottiglie in vendita”.

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