Ticket, ecco quando il colesterolo alto ti dà diritto all’esenzione

Soffrire di particolari malattie croniche dà diritto a essere sollevati dall’obbligo di pagare il ticket sanitario. Vale anche per il colesterolo alto?

Vediamo in che casi specifici spetta l’esenzione dal ticket per colesterolo e trigliceridi alti e qual è il corrispondente codice.

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Eco di Milano

Sempre più gente soffre a causa di valori del colesterolo alterati dalla cattiva alimentazione o a causa di problemi generici. Per un motivo o per l’altro i livelli dei trigliceridi nel sangue si innalzano al punto da mettere a serio rischio la salute. Il colesterolo è infatti un grasso che se eccessivamente presente può originare gravi problemi cardiovascolari. Chi ha alti valori di colesterolo ha maggiore probabilità di incorrere in ictus e infarti.

Un “killer” silenzioso dunque, la cui presenza non va sottovalutata. Provvidenzialmente, con una dieta corretta e assumendo farmaci adeguati è possibile tenere sotto contro i trigliceridi direttamente collegati al colesterolo. Siamo in presenza quindi di un’autentica malattia che nel caso in cui diventasse una patologia cronica potrebbe far maturare il diritto ad ottenere delle specifiche agevolazioni statali.

Ma in cosa consistono questi aiuti? Essenzialmente nella possibilità di ammortizzare le spese legate alla malattia cronica. Una possibilità riconosciuta dal decreto del 12 gennaio 2017. Tra le misure assistenziali è compresa anche l’esenzione dal pagamento del ticket sanitario.

Malattie croniche, cosa sono

Come prima cosa non sarà inutile capire cosa si intenda con malattia cronica. L’Oms riconosce lo status di “cronici” a problemi di salute per i quali c’è necessità di un continuo trattamento per un lasso di tempo che va da anni a decenni. Alcune di queste patologie portano a essere esentati dal pagamento del ticket sanitario, relativamente a specifiche prestazioni ambulatoriali mirate al trattamento, cura, prevenzione e monitoraggio della stessa malattia cronica.

Originariamente erano i criteri fissati dalla Legge 124/98 a individuare le patologie e le condizioni per ottenere l’esonero. Parametri riguardanti la gravità clinica, il grado di invalidità, l’onerosità della quota di partecipazione al costo del trattamento necessario. Nel 2017 l’elenco delle patologie è stato aggiornato andando a sostituirsi a quello precedente. I codici di esenzioni riconosciuti in totale sono 64, alcuni dei quali spostati dalle malattie rate a quelle croniche (sindrome di Down, celiachia, sindrome di Klinefelter e connettiviti indifferenziate). Invece due patologie sono state spostate da rare a croniche. Si tratta della sclerosi sistemica progressiva e della miastenia grave.

La lista è lunga, purtroppo, ma in questo caso a noi interessa il colesterolo alto.

Esenzione ticket per colesterolo e trigliceridi alti

Come fare dunque ad avere l’esenzione se abbiamo valori elevati di colesterolo e trigliceridi? La prima cosa da capire è se la propria patologia è riconosciuta come cronica e rientra nella lista delle malattie per le quali è previsto l’esonero. Per poter chiedere di essere esentati dal ticket sanitario devono verificarsi infatti alcune specifiche condizioni cliniche.

In linea generale le malattie di riferimento sono queste:

  • ipercolesterolemia familiare eterozigote di tipo IIA e IIB;
  • ipercolesterolemia familiare combinata;
  • ipercolesterolemia di tipo III.

In questo caso il codice di esenzione è lo 025. Mentre nel caso dell’ipercolesterolemia familiare omozigote il codice a cui fare riferimento è RCG070 (difetti congeniti del metabolismo delle lipoproteine). Si tratta di una malattia molto più rara ma anche più grave che rientra, infatti, nel novero delle patologie rare per la quali si ha diritto all’esenzione. La malattia si origina se il bambino riceve il gene difettoso da tutti e due i genitori (l’incidenza sul totale della popolazione è pari a 1 persona su 300 mila/1 milione).

Tra le prestazioni per le quali non c’è bisogno di pagare la quota fissa menzioniamo:

  • colesterolo HDL;
  • colesterolo totale;
  • trigliceridi;
  • ecografia cardiaca;
  • test cardiovascolare da sforzo;
  • ecodoppler dei tronchi sovraaortici;
  • aspartato aminotransferasi;
  • gamma glutamil transpeptidasi.

Ipercolesterolemia familiare, di che si tratta?

L’ipercolesterolemia familiare è una patologia ereditaria provocata da mutazioni del gene che codifica i recettori cellulari delle lipoproteine a bassa densità ovvero il cosiddetto “colesterolo cattivo”, LDL. Il gene non funziona in maniera corretta e non facilita, quindi, l’eliminazione dal sangue dell’LDL. Già abbiamo operato la distinzione tra l’ipercolesterolemia familiare eterozigote – quella più comune e di minor gravità se viene tenuta sotto controllo – e omozigote, più rara e di maggior gravità. Nel primo caso l’accumulo di colesterolo nel sangue è doppio, nel secondo invece di 3,4 volte superiore. Si può andare incontro a un infarto prima dei 55 anni con l’ipercolesterolemia familiare eterozigote, addirittura prima dei 20 con quella omozigote.

Ci sono poi l’ipercolesterolemia familiare autosomica dominante e l’ipercolesterolemia familiare autosomica recessiva. La prima ha una maggiore frequenza, la seconda invece è più rara ad eccezione della Sardegna dove colpisce 1 persona su 40 mila.

Diagnosi e sintomatologia

Per gli eterozigoti la sintomatologia risulta più lieve, sovente è poco visibile nel corso dell’infanzia. Ben diverso il caso per gli omozigoti, dove la malattia ha una sintomatologia grave fin dalla fanciullezza. In questo caso possono presentarsi rigonfiamenti all’interno della pelle su ginocchia, gomiti, tendini del tallone, ma anche sulle natiche e sulle mani. Inoltre possiamo avere depositi di colesterolo nella pelle, attorno alla cornea degli occhi e ai tendini e con valori del colesterolo totale che oscillano tra 600 e 1.200 mg/dL.

La diagnosi parte dall’anamnesi familiare e fa riferimento al quadro clinico e agli esami di laboratorio. Per conoscere e tenere sotto controllo i valori di trigliceridi e colesterolo bastano le analisi del sangue. Con l’esame del DNA si possono anche andare a cercare eventuali anomalie genetiche. Sul fronte della terapia, invece, esistono farmaci che permettono una gestione della malattia cronica degli eterozigoti riuscendo a rallentare la produzione di LDL. Attualmente sono allo studio nuove strategie terapeutiche come ad esempio l’RNA Interference. Per chi soffre di ipercolesterolemia familiare omozigote invece non c’è altra alternativa che la rimozione meccanica del colesterolo nel sangue.

Quando si ha diritto all’esenzione e quando no

Per essere esentati dal pagamento del ticket sanitario bisogna che i livelli alti di colesterolo siano legati all’ipercolesterolemia familiare o all’ipercolesterolemia primitiva poligenica – multifattoriale, causata da fattori ambientali operanti in presenza di fattori genetici predisponenti – oppure all’ipercolesterolemia di III tipo. Una cattiva e scorretta alimentazione che fa salire i trigliceridi non dà diritto invece all’esenzione.

Risalendo alla causa del colesterolo alto potremo dunque muoverci di conseguenza. Dopo aver ricevuto la diagnosi della patologia potremo farla certificare e chiedere dunque l’esenzione alla Asl territoriale di competenza. Insieme alla domanda di esenzione andrà presentata la certificazione che attesta la malattia inclusa nella lista delle patologie croniche per le quali si ha diritto all’esenzione.

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