Lotta all’evasione fiscale: ecco come il Fisco tra poco potrebbe chiederti di “ravvederti”

Nelle prossime settimane milioni di contribuenti si vedranno raggiungere da una comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Ma di che tipo di comunicazione si tratta esattamente? Rientra sempre nella strategia dell’Agenzia per contrastare l’evasione fiscale e centrare gli obiettivi fissati dal Pnrr. L’anno scorso questo tipo di comunicazione si rivelò vincente e il Fisco punta dunque a ripetere l’esperimento.

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Eco di Milano

Sono in arrivo dall’Agenzia delle Entrate 2,6 milioni di lettere. Si tratta di lettere che mirano, per così dire, a riportare sulla “retta via” i contribuenti che a seguito di controlli approfonditi da parte del fisco sono risultati in una posizione anomala. Parliamo di anomalie emerse dagli incroci di informazioni e dati in possesso dell’anagrafe tributaria.

Da qui l’invio delle lettere che mirano a incentivare i versamenti spontanei promuovendo il “ravvedimento” dei contribuenti finiti sotto la lente dei controlli fiscali. Il tutto rientra nel piano che, dopo aver superato nel 2022 gli obiettivi fissati dal Pnrr, continua la sua marcia verso la riduzione dell’evasione fiscale.

La strategia scelta dall’Agenzia delle Entrate per ricondurre all’ovile i contribuenti che si trovano in una posizione irregolare nei confronti del fisco è dunque quella di inviare loro delle “lettere di allerta” per sollecitare a mettersi spontaneamente in regola.

L’obiettivo è quello di replicare l’esperienza finora positiva dell’invio delle lettere di sollecitazione che hanno fruttato quasi 3 miliardi di euro di versamenti spontanei, una cifra superiore ai 2,45 previsti entro il 31 dicembre. Ecco dunque in arrivo il “bis” delle lettere di “allerta” previsto per le prossime settimane.

Lettere di “allerta” dell’Agenzia delle entrate: cosa sono e chi sono i destinatari

La cosiddetta “lettera di allerta” si prefigge di promuovere i versamenti spontanei e il ravvedimento dei contribuenti. Una strategia premiata nel 2022 dal raggiungimento degli obiettivi e sulla quale l’Agenzia delle Entrate ha deciso dunque di puntare ancora.

Perciò nel 2023 saranno spedite 2,6 milioni di lettere di allerta per perseguire un obiettivo dichiarato: abbassare il tasso di evasione fiscale. Nel dettaglio, le lettere di allerta inviate dall’Agenzia delle Entrate vengono compilate sulla base delle anomalie riscontrate nei dati a disposizione dell’anagrafe tributaria. Da qui la richiesta al contribuente di versare spontaneamente la sua porzione di tasse mancanti.

L’anno scorso l’Agenzia ha inviato 1,3 milioni di lettere che hanno prodotto in risposta versamenti spontanei per 1,9 miliardi di euro. In questo modo non soltanto l’Agenzia delle Entrate ha raggiunto gli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, meglio conosciuto con l’acronimo Pnrr, ma ha anche chiuso il 2022 raccogliendo più di quanto era stato messo in preventivo.

Gli obiettivi e le stime per il 2023 dell’Agenzia delle Entrate

Anche per il 2023 gli obiettivi dell’Agenzia delle Entrate punta a raggiungere in anticipo gli obiettivi stabiliti dal Pnrr. L’obiettivo previsto per la fine del 2022 era quello di incassare versamenti per 2.45 miliardi: un obiettivo ampiamente superato dal risultato finale, dato che l’anno scorso i versamenti hanno toccato quota 2,95 miliardi. I buoni risultati hanno spinto l’Agenzia delle Entrate non solo a non lasciare la presa, ma a raddoppiarla. Come raddoppiato, infatti, è il numero di lettere di allerta che verrà inviato nelle prossime settimane: 2,6 milioni (contro gli 1,3 milioni del 2022) di lettere per sollecitare altri versamenti spontanei da parte dei contribuenti.

Va anche detto che, per usare il linguaggio della statistica, questa strategia non manca di casi di “falsi positivi”. Ovvero lettere mandate a contribuenti che in realtà erano perfettamente in regola, non avendo commesso errori né omissioni. Questo margine di errore da parte dell’Agenzia delle Entrate è comunque in calo: su 2,6 milioni di lettere i falsi positivi sono risultati di poco superiori a 20 mila (circa lo 0,8% del totale). Questo grazie all’affinamento delle tecniche per incrociare i dati e riconoscere così le vere anomalie.

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