Indennità di accompagnamento per gli invalidi civili: a chi spetta e come richiederla

Un aiuto prezioso per chi soffre di gravi invalidità e ha bisogno di un’assistenza continua. Ma a chi spetta?

Ecco come capirlo e come fare a richiedere l’indennità di accompagnamento per gli invalidi civili.

indennità accompagnamento invalidi
Eco di Milano

Indennità di accompagnamento per gli invalidi civili, di che si tratta? Consiste in un aiuto – sotto forma di prestazione economica assistenziale – al quale hanno diritto gli invalidi civili totali che hanno la residenza in Italia e hanno bisogno di una assistenza costante.

A disciplinarla sono la legge 18 del 1980 e l’art. 1 comma 3 della legge 508 del 1988, per gli invalidi impossibilitati a compiere gli atti quotidiani della vita.

Indennità di accompagnamento 2023: chi ne ha diritto

Secondo quanto previsto dall’art. 1 della legge 508 del 1988, l’indennità di accompagnamento spetta ai:

  • residenti in Italia,
  • cittadini, comunitari ed extracomunitari, che hanno il permesso di soggiorno di lungo periodo CE;
  • stranieri extracomunitari che sono titolari di permesso di soggiorno perlomeno di un anno;
  • cittadini riconosciuti come ciechi assoluti;
  • cittadini che si sono visti riconoscere una inabilità totale al 100%, a causa di menomazioni fisiche o psichiche e impossibilitati a spostarsi senza l’ausilio di un accompagnatore;
  • cittadini non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita e che hanno perciò bisogno di assistenza continua,
  • minori di 18 anni, con persistenti difficoltà a assolvere i compiti e le funzioni proprie della loro età.

Cosa si intenda con l’espressione “atti quotidiani della vita” è specificato nella circolare del Ministero del tesoro numero 14 del 1992.

Compatibilità e cumulabilità della pensione di accompagnamento

Quanto al discorso della compatibilità, la pensione di accompagnamento non è compatibile (salvo la facoltà di scegliere la prestazione economica più conveniente) con:

  • le pensioni di invalidità riconosciute per lavoro o per servizio.
  • la pensione di invalidità per causa di guerra;

Mentre invece l’indennità di accompagnamento è compatibile e cumulabile:

  • con lo svolgimento di un lavoro, sia autonomo che da lavoro dipendente,
  • con la pensione di invalidità civile (fino a 67 anni di età),
  • è cumulabile con la pensione di inabilità civile, con la pensione di vecchiaia e anticipata, inoltre non incide su reddito e pensione di cittadinanza.

Come fare per avere l’assegno di accompagnamento Inps nel 2023

Prima di fare richiesta all’Inps per l’assegno di accompagnamento bisogna essere in possesso dei certificati specialistici della malattia del richiedente, rilasciati da strutture pubbliche. Successivamente la documentazione andrà trasmessa al medico di famiglia, che manderà all’Inps un certificato medico telematico, elencando le malattie di cui soffre l’assistito e selezionerà le richieste per chiedere l’accompagnamento Inps.

Sul certificato il medico curante indicherà anche la possibilità di chiedere la visita domiciliare, nell’eventualità in cui l’assistito non possa spostarsi o abbia difficoltà di deambulazione. Dopo aver inviato il certificato medico, si potrà fare domanda di accompagnamento Inps:

  • attraverso l’ufficio del patronato zonale, che dovrà presentare gratuitamente la pratica;
  • oppure in autonomia, attraverso Spid, Cie o la carta nazionale dell’assistito, sul servizio online dell’Inps: Indennità di accompagnamento per persone non deambulanti o con bisogno di assistenza continua (invalidi civili).

Al patronato bisognerà trasmettere questi documenti:

  • certificato del medico inviato per via telematica all’Inps;
  • documento d’identità del richiedente e il codice fiscale;
  • indirizzo di residenza, stato civile, data di matrimonio e codice fiscale dell’eventuale coniuge;
  • codice Iban dell’assistito, per ricevere l’accredito della pensione di accompagnamento,
  • eventuale data del ricovero all’interno di strutture ospedaliere pubbliche e private convenzionate.

La convocazione alla visita medica

Dopo aver mandato la domanda, bisognerà aspettare (via sms o sulla cassetta postale online dell’assistito) di ricevere la convocazione per la visita medica dalla Commissione degli invalidi civili di competenza. Quando ci si presenterà alla visita bisognerà avere con sé:

  • documento e tessera sanitaria dell’assistito;
  • certificato telematico Inps del medico curante;
  • tutte le visite specialistiche (originale e copia).

Se la visita avverrà a domicilio, il richiedente riceverà una chiamata per la visita di accertamento, che consiste in un colloquio con l’assistito e con la presentazione dei documenti sanitari. Dopodiché l’assistito riceverà due verbali dall’Inps (al domicilio del richiedente o sulla cassetta postale online dell’Inps) contenenti il riconoscimento del grado di invalidità o dell’indennità di accompagnamento. Se la domanda è stata accolta, nel verbale di invalidità civile sarà presente la scritta: “Invalido con necessità di assistenza continua, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita (L.508/88).

Nei casi più gravi (ad esempio quelli oncologici) non è prevista la visita. In questo caso l’accertamento sanitario è sostituto da uno scambio di dati e di informazioni tra la Asl e i medici dell’Inps.

Assegno di accompagnamento, quanto aumenterà quest’anno

Nel 2023 l’indennità di accompagnamento è pari a 527,16 euro per 12 mensilità (senza la tredicesima). Non si pagano ritenute Irpef e l’assegno di accompagnamento non viene indicato dall’Inps sul modello Isee. Non vengono considerati il reddito dell’assistito e del coniuge per assegnare l’assegno di accompagnamento. Cosa importante da sapere: non c’è reversibilità per l’assegno di accompagnamento: vale a dire che il coniuge alla morte del congiunto non potrà chiedere il 60% dell’assegno.

Entro il 31 marzo di ogni anno va rinnovata l’indennità di accompagnamento compilando il modello ICRIC in modalità telematica all’Inps (modulo INPS invalidità civile ricovero), per comunicare i giorni dell’eventuale ricovero presso strutture gratuite o a pagamento (oppure il non ricovero).

Ecco cosa deve dichiarare la persona invalida nel modello Icric Inps:

  • eventuali ricoveri gratuiti presso strutture pubbliche o a pagamento,
  • residenza in Italia.

In caso di ricoveri del tutto gratuiti in Istituti totalmente a carico dello Stato (non in day hospital), per un periodo di tempo almeno pari o superiore a trenta giorni, l’indennità di accompagnamento sarà sospesa limitatamente al mese di ricovero.

Quando viene pagata l’indennità di accompagnamento?

Per avere la liquidazione degli importi, bisogna vedere se occorre inviare il modello AP70 (attraverso il patronato o in autonomia). Dopo l’invio, se necessario, del modello AP70 l’Inps liquiderà la pensione di invalidità, comprensiva anche degli arretrati, al massimo entro 90 giorni dall’invio del modello AP70.

Quando comincia a decorre la pensione di accompagnamento Inps? Dal mese successivo dalla data in cui è stata presentata la domanda. Per fare un esempio: una domanda presentata il 31 gennaio 2023 verrà liquidata (se accolta) a partire dal 1° febbraio 2023.

Il pagamento della pensione arriva direttamente al richiedente. In caso di morte dell’assistito, gli eredi, dopo la liquidazione della pensione di accompagnamento (dove verrà indicato il numero della pensione), dovranno mandare all’Inps un’apposita domanda di ratei maturati e non riscossi.

Qualora la domanda di accompagnamento venisse respinta., sul verbale si troverà questa scritta: “grave 100% con difficoltà persistenti a svolgere le funzioni ed i compiti in relazione alla sua età”. In questo caso resta sempre possibile fare un ricorso, con un legale, entro 6 mesi dalla notifica del verbale di invalidità.

Impostazioni privacy