Esonero dal lavoro notturno Legge 104: come funziona e chi ne ha diritto

I lavoratori che assistono un parente affetto da disabilità possono beneficiare dell’esonero dal lavoro notturno legge 104.

In base a quanto stabilito dall’ordinamento giuridico italiano, alcuni lavoratori hanno la possibilità di essere esonerati dal lavoro notturno, in virtù della tutela offerta dalla legge 104. Ci stiamo riferendo ai lavoratori caregiver, che assistono familiari affetti da disabilità grave.

Esonero dal lavoro notturno
Eco di Milano

In base a quanto stabilito dal diritto del lavoro, nella maggior parte dei casi il lavoro notturno è ammesso, purché nel contratto collettivo siano stabiliti i requisiti che determinano l’esonero a tale obbligo. Infatti, la legge prevede la possibilità di non svolgere lavoro notturno per determinate categorie di dipendenti, che godono di specifiche tutele.

Tra questi vi sono i lavoratori caregiver, ovvero coloro che assistono un familiare affetto da disabilità grave e titolare di legge 104.

A tale proposito la legge stabilisce che, il lavoro notturno “non deve essere obbligatoriamente prestato […] dalla lavoratrice o dal lavoratore che abbia a proprio carico un soggetto disabile ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e successive modificazioni”.

Pertanto il datore di lavoro non può obbligare queste categorie di lavoratori a prestare lavoro notturno.

Come funziona l’esonero dal lavoro notturno legge 104? Quali sono i dipendenti che hanno diritto a tale esonero?

Esonero dal lavoro notturno legge 104: di cosa si tratta

L’ordinamento giuridico italiano prevede la possibilità per i lavoratori, che usufruiscono della legge 104, di essere esonerati dallo svolgere lavoro durante le ore notturne. Si tratta, dunque, di una possibilità e non di un divieto assoluto. Fermo restando che la normativa impedisce al datore di lavoro di obbligare la suddetta categoria di lavoratori, a prestare lavoro durante le ore notturne.

Quando si parla di lavoro in orario notturno si fa riferimento a tutte quelle mansioni lavorative svolte per sette ore consecutive, nella fascia oraria compresa tra la mezzanotte e le 5 del mattino.

Sebbene la legge impedisca al datore di lavoro di obbligare la lavoratrice o il lavoratore caregiver a prestare servizio nelle ore notturne, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali è intervenuto con una precisazione. In tale occasione, il Ministero ha precisato che il lavoratore che fruisce della tutela fornita dalla legge 104 ha la possibilità di chiedere l’esonero dalla prestazione del lavoro notturno.

Ciò vuol dire che affinché il lavoratore possa beneficiare di tale esonero è necessario che presenti una specifica richiesta al proprio datore di lavoro. In questo modo, il datore di lavoro viene messo al corrente della situazione di tutela in cui si trova il suo lavoratore.

Conseguenze per il datore di lavoro

Qualora il datore di lavoro non dovesse rispettare l’esonero dei turni di notte, la legge prevede l’applicazione di sanzioni amministrative che vanno da un minimo di 516 euro fino a 2582 euro. Inoltre, nei casi più gravi, è previsto anche l’arresto per un periodo che va da 2 a 4 mesi.

I lavoratori caregiver tutelati dalla legge 104, oltre ad avere la possibilità di chiedere l’esonero dallo svolgere mansioni durante l’orario notturno, possono essere esonerati anche dal lavoro nei giorni festivi.

Tuttavia, in questo caso, la normativa, anche se meno complessa, risulta essere più restrittiva. Scopriamo perché.

Esonero dal lavoro nei giorni festivi: di cosa si tratta

Il legislatore ha previsto, per alcune categorie di lavoratori, la possibilità di chiedere l’esonero dal lavoro nei giorni festivi. In sostanza, queste categorie di dipendenti possono chiedere e ottenere dal proprio datore di lavoro di non lavorare nei giorni festivi e di domenica.

Dunque, al pari dell’esonero dal lavoro nelle ore notturne, i lavoratori caregiver titolari di legge 104 possono essere esonerati anche dal lavoro festivo. Tuttavia, in questo caso, i requisiti necessari per accedere a tale esonero sono decisamente più stringenti.

Infatti, se l’esonero dal lavoro notturno è previsto per tutti i lavoratori che assistono un parente disabile, l’esonero dal lavoro nei giorni festivi è riservato solo ai beneficiari di permessi 104 e non a tutti i familiari che assistono il disabile.

Pertanto, solo se il lavoratore è anche beneficiario dei permessi concessi dalla legge 104, che prevedono la possibilità di assentarsi dal lavoro per tre giorni al mese senza perdere la retribuzione, potrà chiedere di essere esonerato dal lavoro durante i giorni festivi e di domenica.

Le precisazioni dell’INPS

L’istituto previdenziale è intervenuto in merito alle tutele offerte dalla legge 104 ai lavoratori che intendono godere dell’esonero dei turni notturni e festivi. A tale proposito, l’INPS ha specificato che anche se il lavoro notturno si svolge a cavallo di due giorni solari, il lavoratore ha la possibilità di godere del permesso mensile retribuito che farà riferimento a un solo turno di lavoro.

In pratica, al lavoratore che beneficia dei permessi retribuiti concessi dalla legge 104, il turno notturno (che è a cavallo tra due giornate) verrà conteggiato come un unico giorno di permesso.

Dopotutto, la suddivisione del lavoro in turni è solo una particolare modalità organizzativa dell’orario normale di lavoro, con la quale l’azienda sceglie di gestire la propria produttività.

Di fatto, quando si parla di lavoro su turni si fa riferimento ad una forma di organizzazione dell’orario di lavoro, che è diversa dal lavoro giornaliero.

Altri casi di esonero dal lavoro notturno

Oltre ai lavoratori titolari di legge 104 o che assistono un familiare affetto da disabilità, ci sono altre categorie di lavoratori per le quali vige il divieto assoluto di lavoro notturno. Ci stiamo riferendo alle donne nel periodo che intercorre tra l’accertamento dello stato di gravidanza e il compimento di un anno di età del bambino. Questa categoria di lavoratrici non può svolgere le proprie mansioni nell’orario che va dalle ore 24 alle ore 6:00.

Stesso discorso vale per i minori, per i quali non è possibile lavorare nell’intervallo che va dalle 22 alle 6 o dalle 23 alle 7.

Inoltre, non possono essere obbligati a svolgere attività lavorativa durante l’orario notturno:

  • Le lavoratrici madri o i padri di bambini che hanno età inferiore a 3 anni;
  • I genitori unici affidatari di minori con età inferiore a 12 anni;
  • I genitori adottivi o affidatari di un minore nei primi tre anni dell’ingresso del minore in famiglia e comunque non oltre il raggiungimento del dodicesimo anno d’età.
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