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Soluzione contro l’insonnia: trovata la molecola che può risolvere il problema

Published by
Floriana Vitiello

A quanto pare circa il 20% degli italiani fanno fatica a dormire, ma finalmente è stata trovata una soluzione contro l’insonnia.

L’insonnia è un disturbo che crea problemi alla quantità e alla qualità del sonno. Essa è caratterizzata sostanzialmente da una difficoltà nella fase di addormentamento, ma anche in una difficoltà nel mantenere il sonno.

Eco di Milano

In base ad alcune indagini è emerso che circa il 20% della popolazione italiana soffre di questo disturbo.

Si tratta di un problema che non va sottovalutato e che spesso è precursore di altre condizioni più gravi.

Ad ogni modo, per capire se si soffre di insonnia occorre fare attenzione alla quantità di tempo che si impiega per addormentarsi: se è superiore a 30 minuti, probabilmente ha a che fare con questo disturbo.

Inoltre, è necessario che questa condizione si verifichi per almeno tre notti a settimana e per un periodo di almeno sei mesi.

In effetti, può capitare che a causa di periodi di forte stress o emotività un soggetto faccia fatica ad addormentarsi in tempi brevi. Ciò non vuol dire necessariamente che si soffra di insonnia. In tal caso, infatti, il disturbo è temporaneo e generalmente si risolve in maniera spontanea.

Se, invece, questa condizione va avanti per un lungo periodo di tempo, allora probabilmente soffriamo di insonnia. Ma a quanto pare, sarebbe stata individuata una cura, ovvero la molecola responsabile che agisce sull’orexina.

Soluzione contro l’insonnia: finalmente si potrà dormire

Avere un sonno disturbato, caratterizzato da una quantità e una qualità bassa, determina tutta una serie di problemi che possono sfociare anche in vere e proprie patologie.

Dunque, l’insonnia è sicuramente un disturbo che non va sottovalutato.

Nei casi più gravi, è necessario sottoscrivere farmaci ipno-inducenti che sono in grado di favorire il rilassamento e fare in modo che questo venga conservato per tutta la durata del riposo notturno.

Tuttavia, questi farmaci non dovevano essere assunti per un periodo superiore alle due settimane, poiché l’utilizzo prolungato ha effetti collaterali. In particolare, chi utilizza questi farmaci a lungo può andare incontro ad una sonnolenza diurna e a vertigini, oltre che alla assuefazione.

Tuttavia, i farmaci ipno-inducenti creano dipendenza. Dunque, interrompere in maniera brusca la terapia provoca la sindrome da astinenza che, tra le altre cose, determina un ritorno cruento dell’insonnia.

Per questo motivo, l’insonnia spesso viene trattata attraverso la psicoterapia. Facciamo riferimento a trattamenti cognitivo-comportamentali integrati dell’insonnia, che prevedono l’utilizzo di una serie di tecniche di intervento per ridurre il disturbo.

I dati parlano di benefici relativi al trattamento psicologico, che riguardano circa il 70-80% dei pazienti che vi si sottopongono.

Di fatto, lo scopo della terapia è quello di eliminare i fattori cognitivi e comportamentali che impediscono di riposare correttamente.

La scoperta degli psichiatri

Oltre alle terapie cognitivo comportamentali, già ampiamente diffusa, gli psichiatri hanno individuato un nuovo farmaco che è in grado di bloccare l’orexina, una molecola che agisce negativamente sul sonno. In particolare l’orexina è uno dei principali neurotrasmettitori, che influiscono sulla qualità e sulla quantità del sonno.

La novità è stata presentata al Congresso nazionale della società italiana di Neuropsicofarmacologia in cui si è sottolineato che oltre il 20% della popolazione italiana soffre di questo disturbo, che in molti casi è in forma cronica. Ma grazie alla scoperta di un nuovo antagonista del sonno, che blocca l’attività di due recettori, le cose potrebbero migliorare a breve.

In base a due studi pubblicati di recente su Lancet e Sleep Journal, sarebbe stata individuata una nuova molecola che si chiama daridorexant, che fronirebbe una soluzione contro l’insonnia.

Questa molecola agisce come bersaglio diverso da quello dei farmaci tradizionali, come le benzodiazepine e i farmaci Z. In sostanza, daridorexant svolge una funzione fondamentale, perché regola i cicli-sonno veglia che, purtroppo, per le persone che soffrono di disturbi del sonno, sono alterati.

Grazie a questi nuovi farmaci, che agiscono sull’orexina è possibile ottenere benefici che andranno a migliorare la qualità e la quantità del sonno di milioni di persone.

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Floriana Vitiello

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