Covid, cosa sta succedendo in Cina e cosa rischia l’Italia

Il Covid è tornato a circolare in Cina. La fine improvvisa della strategia zero Covid ha permesso al virus di tornare a circolare.

Dopo due anni di restrizioni durissime e isolamento, la Cina spaventata dalle proteste ha invertito la rotta e annullato la politica Zero Covid in poche settimane.

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Eco di Milano

Ma la popolazione non è immunizzata. Pochi contagi e un vaccino non abbastanza efficace contro la variane Omicron lasciano scoperta e fragile la popolazione cinese. In occidente intanto cresce la paura per il possibile sviluppo di una nuova variante, e cominciano i primi controlli agli aeroporti. Cosa rischia il nostro Paese? Stanno per tornare i lockdown?

Covid, la situazione in Cina

Per capire cosa stia succedendo in Cina bisogna partire dall’inizio. Fin da quando il Covid è stato riconosciuto come una pandemia, il governo di Pechino ha imposto la strategia Zero Covid. Ogni caso veniva isolato, con misure più simile agli arresti domiciliari che ad un lockdown. Intere città di decine di milioni di abitanti venivano chiuse per settimane, anche solo per qualche decina di positività. Una situazione insostenibile che ha portato la popolazione all’esasperazione e alle proteste delle scorse settimane, un fatto inedito in Cina.

Dopo un’iniziale risposta dura, il governo ha ceduto all’improvviso. Fine delle restrizioni, fine dell’isolamento dal resto del mondo, di fatto una resa totale ai manifestanti. Ma passando da un estremo ad un altro la Cina ha scoperto i propri cittadini al virus. Una popolazione con pochi o nessuno strato di immunità, vaccinata con un siero poco efficace contro Omicron e in cui il virus non è mai praticamente circolato, si ritrova travolta dall’ondata peggiore mai vista.

I numeri ufficiali non ci sono nemmeno più, oscurati dalla censura del governo cinese. Nessuno sa davvero quali siano le cifre reali, si parla di milioni di contagi e migliaia di morti al giorno. Ospedali in crisi, file a crematori, mentre ostinatamente i canali della propaganda di Pechino in occidente insistono che va tutto bene.

Cosa succede ora in Italia?

L’Italia è stata tra i primi stati a prendere provvedimenti nei confronti della Cina. All’aeroporto di Malpensa, dove arriva la maggior parte dei passeggeri dall’estremo oriente, sono stati avviati controlli con tamponi per il Covid. Un approccio che in passato non ha aiutato a limitare il virus, che non conosce confini. Ma questa volta sarebbe il fine ad essere diverso.

Come spiegato dal ministro della Sanità Schillaci, il governo non vuole tracciare i contagi, quanto individuare possibili nuove varianti. È questa infatti la grande paura dell’occidente e di tutto il mondo, nei confronti delle disastrose riaperture cinesi. Il numero altissimo di contagi favorisce le naturali mutazioni del virus, che possono portare a nuove varianti. Se dovesse svilupparsene una più contagiosa anche di Omicron, potrebbe presto diventare preponderante e soppiantare quella che ormai è diventata la versione più diffusa del Sars-CoV-2.

Controllando i passeggeri cinesi l’Italia si assicura di sequenziare per prima il codice genetico di questa eventuale nuova variante, e di conseguenza capire quanto sia pericolosa. Una misura di prevenzione della variante quindi, non del contagio. Il virus infatti circola ormai indisturbato anche nel nostro Paese, ma è l’immunità acquista dalla popolazione tramite vaccini e contagi a permettere di vivere una vita normale nonostante i contagi.

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