Bonus 2023: a chi lo Stato darà soldi e a chi li toglierà

Il ritorno della destra al governo modificherà profondamente il sistema di bonus su cui si basa l’assistenza ai più bisognosi in Italia.

La manovra finanziaria, che dovrà essere approvata in tempi molto stretti dopo errori e intoppi, ha sancito un primo cambiamento nelle politiche assistenziali.

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Eco di Milano

Il governo ha già mantenuto una parte delle promesse elettorali, in particolare quella di spostare risorse dalla popolazione attiva a quella non attiva. Sono state intaccate anche alcune norme volte a diminuire gli svantaggi di alcune categorie sociali rispetto ad altre, rielaborandole in modo che fossero più allineate con la linea politica del nuovo governo. Ecco chi riceverà più aiuti dallo stato nel 2023, e a chi invece verranno tolti.

Pensioni contro Reddito di Cittadinanza

L’abolizione del Reddito di Cittadinanza è stata al centro della campagna elettorale del centrodestra per le ultime elezioni. La rimozione del sussidio ideato dal Movimento 5 Stelle durante il primo governo Conte, quello a cui partecipò anche la Lega, è stata subito attuata. Dal 2023 i percettori tra i 18 e i 59 anni avranno solo sette mesi di sussidio, e lo perderanno rifiutando anche solo una proposta di lavoro.

Stando alle ultime modifiche, l’offerta non dovrà nemmeno essere congrua: “Qualsiasi persona, anche laureata, se gli offrono un posto per andare a fare anche il cameriere, casomai vicino casa, è giusto che la accetti” ha dichiarato il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali Claudio Durigon della Lega.

I risparmi dovuti a questi tagli saranno indirizzati principalmente verso le pensioni. E proprio verso la popolazione non attiva si sono indirizzati molti degli sforzi di questo governo. Saranno i pensionati a ricevere buona parte degli aiuti in più. Ad esempio parte dei soldi risparmiati dal reddito di cittadinanza andranno ad aumentare a 600 euro le pensioni minime per gli over 75. Inoltre il governo ha modificato quota 102 facendola diventare quota 103, e mantenendo quindi vantaggi per chi andrà in pensione il prossimo anno.

Bonus 2023: più soldi alle famiglie con figli e alle partite IVA

Rimanendo attorno all’argomento pensioni, si può notare un’altra tendenza di questo governo: quella di modificare norme precedentemente pensate per diminuire le disuguaglianze tra persone con diverse situazioni sociali in modo che riflettessero meglio la linea politica del governo. L’esempio è Opzione Donna: pensata per permettere alle donne, che in media cominciano a lavorare più tardi degli uomini, di avere un’uscita flessibile dal lavoro, è stata modificata per comprendere solo alcune categoria di lavoratrici svantaggiate. Inoltre si ottiene uno sconto sugli anni necessari per andare in pensione in base al numero di figli.

Ci saranno poi modifiche all’assegno unico, sempre per favorire chi fa figli. Spingere la natalità è un obiettivo di questo governo, che quindi ha promesso un aumento del sussidio alle famiglie che decidono di avere il primo figlio, e a tutti i nuclei familiari con più di tre figli a carico. Infine, l’altra categoria ad essere favorita dagli interventi del governo saranno le Partite IVA.

Grazie all’estensione del regime forfettario al 15% fino a 80.000 euro di fatturato, la cosiddetta Flat Tax, molti professionisti avranno un vantaggio fiscale non indifferente. Un lavoratore dipendente che guadagna la stessa cifra paga in media il 34% di tasse di sola imposta sul reddito, senza quindi calcolare i contributi previdenziali. Più del doppio rispetto ad una Partita IVA che sceglie il forfettario.

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