Perché non si ricevono più monete da 1 e 2 centesimi di resto?

Ormai da diversi anni sono cominciate le operazioni di ritiro delle monete da 1 e 2 centesimi di euro dalla circolazione.

Tagli troppo piccoli per giustificarne l’utilizzo, e di conseguenza la decisione di ritrarli, ma con una procedura graduale che ha portato alcuni cambiamenti nel modo di dare il resto in contanti in diverse attività commerciali.

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Una scelta che riguarda anche il lato economico. Produrre queste monete costava di più del valore nominale delle stesse, e quindi rappresentava per le zecche degli stati autorizzati a produrle una predita netta. Come stanno venendo ritirate le monete? Quanto e come vengono arrotondati i prezzi al momento dell’acquisto? Le monete da uno e due centesimi di euro possono ancora essere utilizzate e cambiate? Ecco tutte le risposte sul ritiro delle monete di taglio più piccolo della principale valuta europea.

La cessazione della produzione

Quando nel 2000 l’euro esordì come valuta dei paesi che lo adottarono fin dal primo momento, tra cui l’Italia, i tagli dei contanti erano quindici, di cui sette banconote e otto monete. Ad oggi quelli prodotti si sono ridotti a dodici. La banconota da 500 euro infatti non è più prodotta per evitare che venga utilizzata per spostare grosse somme di denaro facilmente in maniera illegale. Diversa invece la ragione per cui si è deciso di smettere di produrre le due monete dal taglio più piccolo, quelle da 1 e 2 centesimi di euro.

Le ragioni principali di questa decisione, presa dalla Banca Centrale Europea nel 2018 sono due. La prima è che la progressiva inflazione avvenuta nei primi due decenni di vita del’euro ha reso poco sensato l’utilizzo di tagli così piccoli. Nonostante l’euro si sia mantenuto storicamente forte sulle altre valute infatti, l’aumento dei prezzi ha tolto valore a tutti i tagli rendendo quelli più piccoli quasi inutilizzabili.

La seconda ragione è il costo di produzione di queste monete. Le monete sono infatti prodotte con una procedura complessa, che si assicura che ogni dettaglio sia identico in tutti i tagli uguali emessi da uno stato. Inoltre le leghe metalliche che costituiscono le monete sono a loro volta complicate e costose. Così, per produrre una moneta da un centesimo di euro una zecca dello Stato produttore spendeva circa 4,5 centesimi. Similmente per produrre una moneta da due centesimi, la spesa era di 5,2 centesimi. Questo creava una perdita significativa di denaro al sommarsi delle monete, e così la BCE ha deciso di cessare la produzione e iniziare a ritirarle dalla circolazione.

Come si ritirano le monete dalla circolazione?

Ritirare un taglio o una valuta dalla circolazione è complesso, ma il Stato che deve compiere una simile approvazione è aiutato dalla circolazione stessa del denaro. La principale tecnica è quella di trasformare le attività commerciali in punti di ritiro spontanei. Questa tecnica si applica permettendo alle attività di accettare monete da uno o due centesimi come pagamento, ma di non utilizzarle come resto.

In questo modo una volta consegnato l’incasso alle banche, le attività commerciali funzionano da operatori di ritiro del taglio che si vuole togliere dalla circolazione. Ma cosa succede in caso il resto richieda una moneta da uno o due centesimi? Semplicemente l’esercente deve arrotondare, in favore del cliente. Questo arrotondamento si applica solamente sullo scontrino finale e non su ogni singolo prodotto, per limitare la perdita da parte dell’esercente.

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