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Rottamazione delle cartelle 2023: quali debiti potranno essere sanati

Published by
Matteo Runchi

Il governo di centrodestra si è da poco insediato ma già pensa alla rottamazione delle cartelle per il 2023, rinnovando una vecchia iniziativa.

La rottamazione delle cartelle è stata attivata per la prima volta dal governo Renzi, e permette di ridurre sensibilmente i debiti con la pubblica amministrazione in cambio di una rateizzazione.

foto canva

Questo permette di recuperare un parte delle cosiddette cartelle inesigibili. Si tratta di tutte quelle cartelle esattoriali stipate negli archivi dell’Agenzia delle Entrate Riscossione e che sono troppo piccole per giustificare la spesa di mezzi, denaro e capitale umano necessarie per riscuoterle. Si spera quindi che, fornendo al cittadino una via semplificata per pagare le tasse, le multe e gli atti in arretrato, si possa recuperare almeno una parte di queste cartelle, smaltendo velocemente anche una considerevole mole di lavoro per l’Agenzia delle Entrate e liberando in questo modo risorse per riscossioni più importanti.

Quali infrazioni saranno rottamabili?

Il governo Meloni si appresta a scrivere la legge di bilancio, e a stanziare quindi fondi per una serie di provvedimenti fiscali volti a perdonare i debiti con la pubblica amministrazione. Tra questi troviamo anche la rottamazione delle cartelle, ideata anni fa dal governo Renzi. Non tutte le cartelle saranno però comprese in questo piano, ma soltanto una serie di atti specifici potranno essere rottamati e quindi pagati tramite condizioni molto vantaggiose.

Tra le imposte più comuni che potranno essere rottamate, ci sono le cartelle esattoriali relative alle tasse comunali come Imu e Tari, l’imposta sui rifiuti, oppure le tasse sul reddito, IRPEF in testa. Anche il mancato pagamento dell’IVA sarà considerato nella rottamazione delle cartelle per il 2023, insieme al Bollo Auto, l’Ires, e alle altre tasse regionali e locali. Non solo tasse però: rientrano nel piano di rottamazione anche le vecchie multe stradali non pagate, che rappresentano una parte consistente dei debiti con la pubblica amministrazione da parte dei cittadini.

Questo piano ha una doppia funzione. La prima è cercare di riscuotere facilmente una parte delle cartelle inesigibili. In questo modo non bisognerà impiegare forza lavoro e denaro per piccole cartelle che non rendono abbastanza per giustificare la spesa. Dall’altro lato si svuoteranno gli archivi dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, permettendo ai dipendenti del fisco di concentrarsi sui grandi evasori, più dannosi per l’erario e più remunerativi una volta scoperti.

Come funzionerà la rottamazione delle cartelle 2023

La rottamazione delle cartelle per il 2023 funzionerà in modo simile ma non identico al passato. Il primo provvedimento riguarda le cartelle fino a 3000 euro, che saranno scontate dell’80% e considerate pagate una volta che si sarà versato l’importo calcolato con lo sconto. Per le cartelle superiori a questa cifra la soluzione sarà invece leggermente più complessa. L’importo sarà infatti rateizzato in dieci anni, mentre interessi e sanzioni saranno sostituiti da una maggiorazione del 5%.

Per tutte le cartelle inferiori ai 1000 euro invece non è prevista una rottamazione ma un vero e proprio stralcio. Totale condono dei debiti fino a questa cifra, che di solito includono anche il grosso delle multe stradali. Inoltre è previsto un intervento anche sui debiti per i quali non sono arrivati ancora gli avvisi di cartella esattoriale non pagata. In questo caso si potrà rateizzare quello che si deve alla Pubblica Amministrazione in cinque anni con una maggiorazione del 5%, che potrebbe diventare del 10% se il debito supera determinate cifre ancora da stabilire.

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Matteo Runchi

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