Il prezzo del latte spaventa gli italiani: nel paese è già protesta

Tutto aumenta, ogni cosa costa quasi il doppio. In pochi mesi il volto del nostro paese è totalmente cambiato.

La crisi ha letteralmente appiattito le speranze e le ambizioni degli italiani. Oggi più che mai la sfida continua dei cittadini è quella della rincorsa al risparmio. Una situazione che soltanto pochi mesi fa nemmeno avremmo mai immaginato. Oggi, insomma, c’è realmente la paura che tutto possa crollare da un momento all’altro. In ogni caso, la realtà. quella vera, appare ormai più che compromessa. Gli esperti non fanno previsioni, il futuro potrebbe portare insomma sorprese ancora peggiori.

Latte
Fonte Adobe Stock

Il mercato attualmente partorisce di continuo dinamiche assolutamente fuori controllo, folli secondo la percezione degli stessi cittadini. I prezzi di quasi ogni genere alimentare arriva quasi ormai al raddoppio, per non parlare di bollette, servizi e quant’altro. La situazione rischia di diventare più che insostenibile. I beni di prima necessità asserviti a quella che ormai sembra a tutti gli effetti, secondo molti, una vera e propria speculazione.

I costi aumentano, è vero, cosi come per le aziende aumentano le bollette che chiaramente ne rappresentano una voce importantissima, ma di questo passo si arriverà all’impossibilità per i consumatori di acquistare anche gli stessi beni di prima necessità. Un esempio su tutti è rappresentato ormai dal latta. Il prezzo del prezioso alimento è ormai volato alle stelle. L’annuncio di Granarolo e Lactalis di qualche tempo fa ha fatto tremare gli italiani: “Un litro costerà oltre due euro”.

Di conseguenza il Codacons ha subito presentato un sporto alla Procura della Repubblica, il rischio speculazione è forte e i consumatori hanno bisogno di essere tutelati in tutti i modi possibili. Non si può, secondo molti, giocare in questo modo con le sorti dei cittadini. L’allarme speculazione insomma secondo Codacons è più realistico che mai. L’associazione attraverso una serie di monitoraggi fa infatti sapere che a settembre un litro di latte UHT è costato agli italiani il 19% in più rispetto ad un anno fa. Dati assolutamente sconcertanti.

1,75/1,80 euro al litro, questo è ormai il prezzo standard del latte (secondo Nielsen). Il tutto in attesa che Granarolo e Lactalis portino entro la fine del latte i prezzi a più di 2 euro. L’esposto del Codacons recita quanto segue: “In una situazione in cui già migliaia di persone in tutta Italia stanno tirando il più possibile la cinghia per riuscire ad arrivare a fine mese – spiegano dall’associazione – mentre il numero di persone in povertà aumenta giorno dopo giorno, abbiamo chiesto l’intervento delle autorità e l’individuazione dei responsabili dei comportamenti illeciti”.

Lo stesso ministero dell’Agricoltura, secondo il Codacons sarebbe di fatto propenso a parlare di speculazione che alla fine porterà al danneggiamento non solo dei consumatori ma anche degli allevatori. Il tutto chiaramente condizionato dai pagamenti che come al solto per chi produce sono sempre al di sotto dei costi medi della stessa produzione.

Il prezzo del latte spaventa gli italiani: la posizione di Assolatte

L’industria della trasformazione però rifiuta in qualche modo le accuse di speculazione lanciate dal Codacons. Lo stesso presidente di Assolatte, Paolo Zanetti ha cosi dichiarato in merito alla questione: “Questo è un periodo difficilissimo per tantissime aziende del nostro settore, alle prese con dirompenti aumenti dei loro costi. Stanno facendo i conti con gli aumenti di tutti gli altri fattori di produzione: i costi energetici sono altissimi, il prezzo di cartoni, plastiche e imballaggi è cresciuto di valori compresi tra il 70 e l’80%, i pallet del 58%: ora stiamo semplicemente ottenendo gli aumenti che più che legittimamente abbiamo chiesto mesi fa”.

Il presidente di Confagricoltura Viterbo-Rieti, Remo Parenti, ha invece un’altra opinione: “Un numero imprecisato di stalle che potrebbe chiudere a fine anno”. Le aziende insomma starebbero lavorando in netta perdita ed avrebbero quindi le ore contate. Secondo Coldiretti inoltre va letta nel seguente modo: “A strozzare gli allevatori italiani è un’esplosione delle spese di produzione in media del 60%” e la situazione più grave è nelle stalle di montagna, dove per Parenti “molte aziende hanno valutato anche gli abbattimenti dei capi per sopravvivere (il calo stimato della produzione di latte del 15% n.d.r.), qualcosa che non possiamo permettere”. La situazione insomma rischia seriamente di precipitare.

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