Covid, creato nuovo “virus mortale all’80%”: cosa sta succedendo

È stato creato in laboratorio un nuovo ceppo del Covid che a quanto pare risulta letale nell’80% dei casi. Ecco cosa sta succedendo.

Il Covid, purtroppo, continua a far parlare di sé. A destare di recente interesse un nuovo ceppo del virus che è stato creato in laboratorio e che si è rivelato mortale nell’80% dei casi. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

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Foto © AdobeStock /Canva

Ormai da oltre due anni a questa parte ci ritroviamo, purtroppo, a dover fare i conti con il Covid e le ripercussione che questo virus ha portato con sé nelle nostre vite. Questo sia per quanto riguarda le relazioni sociali che quelle finanziarie. A partire dagli aiuti economici dello Stato passando per i possibili risarcimenti per il vaccino, sono tante le questioni in ballo.

Se tutto questo non bastasse, di recente ha destato particolare interesse la ricerca di alcuni scienziati che hanno creato in laboratorio un nuovo ceppo del Covid che a quanto pare risulta letale nell’80% dei casi. Ma cosa sta succedendo? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Covid, creato nuovo “virus mortale all’80%”: ecco tutto quello che c’è da sapere

Come riportato da Adnkronos, gli scienziati della Boston University hanno combinato la variante Omicron con il ceppo originale di Wuhan, dando così vita ad un nuovo ceppo del Covid. A renderlo noto, viene sottolineato, il Daily Mail che ha riportato anche la condanna della comunità scientifica in merito a questa manipolazione dei virus ritenuta alquanto pericolosa.

Nei topi, mentre Omicron provoca un’infezione lieve e non fatale, il virus portatore di Omicron S (così è stato definito) provoca una malattia grave con un tasso di mortalità dell’80%“, si legge nel documento della ricerca in questione. Secondo gli scienziati comunque, è bene sottolineare, è improbabile che tale virus ibrido risulti letale negli esseri umani come per i topi.

Secondo il dottor Richard Ebright, chimico della Rutgers University di New Brunswick, nel New Jersey, però, “questa ricerca potrebbe innescare la prossima pandemia creata in laboratorio. Se vogliamo evitare che ciò accada, è imperativo rafforzare il controllo della ricerca sui potenziali agenti patogeni pandemici“.

La presa di posizione dei ricercatori

Intanto è arrivata la smentita da parte dell’università di Boston che ha definito l’articolo del Daily Mail “falso e inaccurato. La ricerca, in realtà, fa in modo che il virus si replichi in modo meno pericoloso“.

La stampa ha sensazionalizzato il messaggio, travisato il nostro studio e i suoi obiettivi”, ha infatti sottolineato Ronald B. Corley, direttore del Laboratorio nazionale sulle malattie infettive emergenti dell’università di Boston.

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