“Una vicenda assurda”, Cingolani lancia l’allarme sul gas: ecco che cosa dobbiamo temere

In questi giorni il Ministro Cingolani si è espresso sulla difficile situazione che stiamo vivendo, rassicurando però tutti sul prossimo inverno. Vediamo insieme le sue dichiarazioni. 

Non stiamo vivendo una situazione semplice qui in Italia: i rincari energetici degli ultimi mesi stanno infatti portando alla disperazione milioni di consumatori e sono tantissime le piccole attività che hanno deciso di chiudere a causa del costo delle utenze di luce e gas. 

guerra gas
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Ed è per questo che ormai da mesi, in tutta Europa si inizia a parlare di possibili razionamenti energetici in vista dell’inverno. 

Gas, in Ue si iniziano a temere blackout controllati: l’ipotesi della British national Guard

Alcuni giorni fa ad esempio la British National Guard ha avanzato l’ipotesi che nei prossimi mesi Inghilterra e Galles possano ad esempio optare per dei black out controllati, che consentono di ottimizzare e al contempo diminuire i consumi energetici. Una notizia che rende bene l’idea di quanto sia grave attualmente la situazione sul fronte delle forniture di gas. Della situazione ne ha parlato in questi giorni il Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani nel corso di un suo intervento programmato al Green Talk organizzato dalla Rcs Academy.

Cingolani ha in primo cercato di rassicurare la platea sul fatto che, avendo già raggiunto gli obiettivi di stoccaggio previsti, non sono previsti al momento razionamenti per il prossimo inverno. Non c’è insomma per l’Italia attualmente, una carenza di gas tale da lasciar ipotizzare misure così drastiche. Da non sottovalutare poi come queste affermazioni arrivino a poco tempo di stato dal sabotaggio del North Stream 2, che potrebbe rappresentare un vero e proprio spartiacque storico in questo scontro tra il Cremlino e l’Occidente, iniziato con il conflitto in Ucraina. 

Secondo Cingolani, non rischiamo razionamenti energetici nonostante l’inverno sia alle porte

La stessa Russia sta cercando in tal senso di privare l’Ucraina dell’energia elettrica, concentrandosi sugli attacchi alle centrali elettriche della nazioni. Nel suo intervento però Cingolani si è invece detto molto preoccupato per un’altra questione sul gas: il prezzo. Al momento infatti, spiega il Ministro, non ci sono segnali che lascino presagire una discesa dei costi: “Abbiamo messo in sicurezza il Paese, dovremmo fare una stagione invernale tranquilla. Avremo problemi sui prezzi, avevamo proposto il price cap mesi fa”.

Il vero problema dunque sarà come contrastare in modo efficace dei rincari che hanno già portato alla chiusura migliaia di aziende in Italia, in particolar modo nel settore della ristorazione. Uno degli aspetti più gravi di questa situazione, riguarda il fatto che tanti locali che andavano bene in termini di fatturato, hanno comunque deciso di chiudere in virtù di bollette così alte, che riducono al lumicino qualunque margine di guadagno. Facile allora capire quanto queste fatture si stiano rivelando drammatiche per quelle attività che invece faticano ad arrivare a fine mese. 

Il prezzo del gas rimane altissimo, e secondo il Ministro questo è semplicemente “assurdo”

Una situazione che il Ministro Cingolani sembra spiegarsi solo in parte: “L’assurdo di questa vicenda è che il gas c’è, ma il prezzo è aumentato. Noi esportiamo, eppure il prezzo rimane altissimo. La verità è che abbiamo pagato follemente le quotazioni del gas di una borsa che non è realistica. Il Ttf è totalmente sganciato dalla realtà”. Come si accennava in precedenza, l’Ucraina sta invece scontando una guerra energetica molto più drammatica, il cui nemico a colpire i punti nevralgici della rete elettrica della nazione. Almeno otto regioni ucraine, secondo quanto dichiarano le autorità, stanno attualmente rischiando un black out elettrico totale.

Per questo nella giornata di ieri il Ministero dell’Energia di Zelensky ha annunciato che verranno interrotte le forniture energetiche verso i paesi Ue, iniziate proprio per sopperire a quelle di Mosca che arrivavano in quantità sempre minori, per cercare di mettere un freno a questa situazione e aiutare le città più in difficoltà come ad esempio Leopoli, che secondo alcuni giornali non avrebbe più l’elettricità necessaria a far funzionare le sirene della polizia. 

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