Quante pause di lavoro spettano? La normativa è chiara sia sul caffè che sul pranzo

Quante pause di lavoro spettano al dipendente nell’arco della giornata lavorativa? La normativa è chiara sia sulla pausa caffè che sulla pausa pranzo.

Il numero di pause che spettano ai lavoratori dipendenti sono previste dalla legge e variano in base al contratto collettivo. Inoltre, vi è una sostanziale differenza tra i dipendenti che lavorano 6 ore al giorno rispetto a quelli che hanno un orario full-time.

Quante pause di lavoro spettano
Canva

Durante l’orario di lavoro il dipendente ha diritto a diverse pause, ovvero a periodi di riposo durante l’attività lavorativa. Sia il numero di pause che la durata delle stesse dipendono da molteplici fattori, tra cui: l’orario di lavoro, il tipo di impiego e le abitudini aziendali.

In base a quanto stabilito dalla normativa di riferimento tutti i dipendenti che svolgono un lavoro della durata superiore alle 6 ore giornaliere hanno il diritto ad almeno una pausa per poter recuperare le energie psicofisiche, consumare un pasto e rispondere ai bisogni fisiologici.

Generalmente, il numero di pause così come la loro durata sono rimandate alla contrattazione collettiva di riferimento.

Quante pause di lavoro spettano? Facciamo chiarezza

Secondo quanto stabilito dalla normativa in vigore, il lavoratore dipendente, la cui giornata lavorativa eccede le 6 ore, ha diritto ad un intervallo; la durata e le modalità della pausa sono stabilite dai contratti collettivi di lavoro.

In ogni caso, lo scopo della pausa nell’arco della giornata lavorativa è quello di permettere al lavoratore il recupero delle energie psicofisiche. Inoltre, l’interruzione può servire anche alla consumazione del pasto o ad attenuare il lavoro monotono e ripetitivo.

In linea generale, la durata minima della pausa e di 10 minuti consecutivi. Fermo restando che i contratti collettivi così come gli accordi individuali possono ampliare tale intervallo di tempo.

Per quanto invece riguarda la pausa pranzo, generalmente i contratti collettivi prevedono un intervallo della durata di un’ora. Ad ogni modo, è compito del datore di lavoro indicare in che modo può essere fruita la pausa pranzo e in quale fascia oraria.

Come previsto dalla normativa, la pausa pranzo non è retribuita dal datore di lavoro. Essa è un diritto dei dipendenti e non può essere in alcun modo eliminata.

Diverso è il discorso per i videoterminalisti ovvero coloro che utilizzano per più di 20 ore a settimana i videoterminali.

In tal caso la disciplina prevede una pausa di 15 minuti ogni 120 minuti trascorsi davanti al computer. Secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, i 15 minuti di pausa non devono necessariamente essere un’astensione totale al lavoro. Durante, l’interruzione è possibile svolgere altre mansioni che non prevedono l’utilizzo del videoterminale.

Impostazioni privacy