La sclerosi multipla e le sue conseguenze hanno i giorni sempre più contati. Grazie ai risultati della ricerca del San Raffaele di Milano, capitanata da Martina Absinta e pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature. Alla scoperta ha contribuito anche il sostegno della Fondazione Cariplo. I risultati delle ricerche permettono di aprire la strada a nuove terapie, che mirano a rallentare il processo infiammatorio e degenerativo della sclerosi multipla progressiva.
Nei pazienti affetti da sclerosi multipla si formano ed espandono le placche croniche attive, ovvero delle lesioni cerebrali. Sul lungo periodo le funzioni nervose si perdono, invalidando l’individuo nello svolgimento delle capacità più semplici.
Grazie al lavoro condotto dai ricercatori guidati da Gianvito Martino, del laboratorio di Neuroimmunologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, è arrivata una scoperta fondamentale. Infatti la ricercatrice Martina Absinta ha mappato più di 66 mila cellule, tra quelle presenti sul confine delle placche croniche attive.
Da queste analisi è emerso il ruolo chiave della proteina C1q, individuata attraverso il sequenziamento dei trascritti di RNA nucleare. Attraverso gli esperimenti successivi, si è arrivato a capire che lo stato infiammatorio della sclerosi multipla progressiva può essere ridotto inibendo la proteina C1q.
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