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Prima Cassa Credito Cooperativo Fvg: una banca diffusa che dialoga con il territorio

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helodie

Prima Cassa Credito Cooperativo Fvg

Una banca storica, con una filosofia aggiornata ai tempi. E’ quella di Prima Cassa Credito Cooperativo Fvg: 34 filiali, più di 200 collaboratori, oltre 14.000 soci. ‘Ormai da tempo il modo di fare banca è mutato’ spiega Giuseppe Graffi Brunoro, presidente di Prima Cassa. “La oserei definire una banca diffusa: ovvero, siamo noi, che ci rechiamo al domicilio dei clienti, e di coloro che necessitano di una consulenza. Non accade più il contrario. Ci mettiamo al servizio, come del resto è sempre stato, ma in una forma oggi differente. Tutti gli istituti di credito sono chiamati ad enormi cambiamenti: molte delle operazioni le si fanno on-line. La prerogativa di una Cooperativa di credito è che le necessità della consulenza, oggi le si può soddisfare direttamente dal cliente”.

La banca cerca di fare sentire comunque la sua presenza sul territorio: “Abbiamo inserito oltre 70 colonnine per la ricarica delle bici elettriche in Fvg. In programma vi è di dotare cammini montani e rifugi di defibrillatori, operando anche per l’addestramento del personale che sappia usare questi strumenti. Ci siamo anche oltre il “fare banca”, e con questi gesti vogliamo dimostrarlo”.

Come si immagina la Carnia nel futuro?

Come si immagina la Carnia nel futuro? “Confido più popolata perché divenuta attraente ed attrattiva per viverci e lavorarci. Comprendo che non è un obbiettivo facile, ma è perseguibile e possibile. Intravedo grandi potenzialità vere, fattive. Ci sono grandi eccellenze imprenditoriali e il nostro compito è quello di innalzare la mediana. Serve coraggio, voglia di fare, di mettersi in gioco, delle nostre genti. Non sono lasciati soli coloro che vogliono realizzare qualcosa”.

Il futuro di Prima Cassa, quale sarà? “Come ogni cooperatore che si rispetti, a maggior ragione alla soglia dei 60 anni, il compito principale è quello di pianificare per la cooperativa che si amministra una continuità operativa, ma soprattutto strategica. La nostra è una banca solida e in piena transizione. Continueremo ad operare come sempre abbiamo fatto, ma siamo consapevoli dei cambiamenti in corso nel contesto socio-economico. Ottimizzeremo ancora l’organizzazione degli uffici e delle succursali“.

Come sta andando il super bonus per l’edilizia?

“Bene. Sono in molti ad essersi fatti avanti per meglio comprendere e per prenotarne l’accesso. Purtroppo l’iter burocratico è lungo ma è un’opportunità da cogliere e in molti lo hanno compreso”.

Secondo una recente ricerca di Banca d’Italia dal titolo “Living on my own”, secondo la quale gli italiani manifestano nuovi gusti e desideri riguardo alla condizione abitativa e ricercano case più grandi, confortevoli e lontane dai centri città. Il distanziamento sociale e lo smart working si rivelano così due fenomeni tutt’altro che di passaggio, condizionando invece di molto le scelte delle famiglie. A popolarsi sono i piccoli centri, o le aree lontano dal caos cittadino, a discapito delle metropoli che perdono il loro fascino e soffrono le conseguenze della pandemia e dello smart working. Perde smalto il monolocale, un tempo soluzione ricercata dagli acquirenti più giovani o per investimento, ma che oggi è in coda alle scelte di chi acquista. A testimonianza dei dati rilevati dai più importanti operatori commerciali del mercato immobiliare, il favore dei più giovani è invece per soluzioni condivise e metrature decisamente più grandi.

A condizionare i nuovi trend del mercato c’è anche il costo dei mutui, che lo scorso anno ha fatto registrare tassi bassi da record e continua quest’anno a mantenersi su ottimi livelli di convenienza rispetto al passato. “Potrebbe consolidarsi il desiderio di abitare in montagna dove la qualità della vita può essere eccellente, con un lavoro smart ed una buona connessione alla rete” conclude Graffi.

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