INPS: aliquote contributive reddito per l’anno 2023, cambia tutto

Nella circolare INPS numero 12, del 1 febbraio 2023, sono state comunicate le aliquote contributive nella Gestione separata.

Come spesso accade, l’istituto previdenziale ha offerto chiarimenti tramite la pubblicazione di un comunicato che, in questo caso, offre un riepilogo sui contributi e le scadenze per gli iscritti alla Gestione separata.

Gestione separata INPS
Eco di Milano

La circolare pubblicata il 2 febbraio ha lo scopo di comunicare le aliquote contributive, il valore minimale e il valore massimale del reddito, che serve ad effettuare il calcolo dei contributi dovuti, per l’anno 2003, per i lavoratori iscritti alla Gestione separata.

In particolare, nel comunicato si evince che il contributo minimo per l’accredito della annualità, nel 2023, è salito a 4.591 euro, per i professionisti, e a 6131 euro, per i collaboratori.

Si tratta di un aumento legato al tasso d’inflazione registrato nel 2022.

Gestione separata INPS: novità 2023

La Gestione separata INPS è la cassa previdenziale dei liberi professionisti, per i quali non è prevista una cassa specifica. In particolare possono accedere alla gestione separata INPS i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e altre categorie di lavoratori, con lo scopo di ottenere assicurazione e tutela previdenziale.

Si tratta di un fondo pensionistico istituito presso l’Istituto previdenziale nel 1995, per offrire tutela anche a quelle categorie di lavoratori che, fino a quel momento, erano rimaste escluse.

I lavoratori iscritti alla Gestione separata devono rispettare le modalità di versamento della contribuzione e le aliquote contributive, a seconda che si tratti di collaboratori o figure assimilate o di professionisti. Ad ogni modo, per questo tipo di cassa è applicato il sistema di calcolo contributivo.

Per il 2023, sono stati modificati i contributi minimi per l’accredito dell’annualità sia per i professionisti che per i collaboratori. Ad incidere sulla variazione è stato il tasso di inflazione al 8,1%.

Infatti, il fenomeno inflazionistico ha fatto schizzare alle stelle i contributi dovuti nel 2023, sia dai professionisti che dai collaboratori iscritti alla Gestione separata. In particolare, i professionisti dovranno versare, nel 2023, 330 euro in più rispetto all’anno precedente. Mentre i collaboratori verseranno 441 euro in più, con due terzi dell’onere a carico del committente.

Questo è quanto si legge sulla circolare numero 12 del 2023 firmata dall’INPS, con la quale l’ente previdenziale ha riepilogato le aliquote e gli adempimenti che dovranno rispettare le figure professionali scritte alla suddetta cassa previdenziale.

Saranno conservate le quattro fasce contributive

Sebbene il nuovo anno porterà con sé un aumento del contributo minimo per l’accredito della annualità di professionisti e collaboratori, per effetto dell’incremento del tasso di inflazione, per fortuna, non è previsto un aumento delle aliquote di finanziamento.

Pertanto, anche nel 2023, saranno conservate le quattro fasce contributive previste per i professionisti con partita IVA. Nello specifico, saranno rispettate le seguenti aliquote:

  • 26,23% del reddito annuo prodotto, di cui 25% è titolo contributivo IVS;
  • lo 0,72% per il finanziamento delle indennità di maternità, gli assegni per il nucleo familiare, le degenze ospedaliere, la malattia e il congedo parentale;
  • lo 0,51% per il finanziamento dell’ISCRO.

Mentre per i collaboratori e le figure assimilate sarà applicata una aliquota complessiva del 35,03% di cui:

  • Il 33% a titolo di IVS;
  • Lo 0,72% destinato alla maternità;
  • L’1,31% destinato al finanziamento della disoccupazione per i collaboratori.

L’aliquota del 1,31% deve essere versata anche dagli amministratori di società, dai sindaci e dai revisori contabili che non sono ammessi alla fruizione della Dis-Coll. In ogni caso, non è necessario applicare l’aliquota ai compensi che derivano dalla carica dei componenti di commissioni e collegi, agli amministratori di enti locali, ai venditori porta a porta, nell’ambito dei rapporti occasionali autonomi e per i medici in formazione specialistica.

Per le figure professionali appena citate, l’aliquota contributiva prevista, per il 2023, è pari al 33,72% di cui:

  • Il 33% a titolo di IVS;
  • Lo 0,72% per maternità e malattia.

Coloro che, invece, sono iscritti ad un altro fondo previdenziale obbligatorio beneficiano di una aliquota ridotta al 24%. Questa regola vale tanto per i professionisti quanto per i collaboratori.

Come versare i contributi nel 2023

Resta invariato, anche nel 2023, il principio per il quale i collaboratori devono ripartire l’onere contributivo in questo modo:

  • Un terzo a carico del collaboratore;
  • Due terzi a carico del committente.

Nella circolare numero 12 del 2023, l’INPS ricorda che l’azienda committente ha l’obbligo di effettuare il versamento dei contributi entro il 16 del mese successivo a quello di effettiva corresponsione. Il pagamento deve avvenire tramite modello F24 in via telematica per i datori privati, mentre per le pubbliche amministrazioni è previsto il modello F24 EP.

Per i liberi professionisti, l’onere contributivo è al loro carico. Anche in questo caso il versamento dovrà essere effettuato in via telematica tramite modello F24 in base alle scadenze fiscali previste per il pagamento delle imposte sui redditi.

L’effetto dell’inflazione sui massimali e sui minimali

Come abbiamo visto il tasso di inflazione schizzato alle stelle nel 2022 a quota 8,1 punti percentuale ha avuto un effetto diretto sui massimali e i minimali contributivi dei lavoratori iscritti alla Gestione separata INPS.

In particolare, nel 2023 si è passati da una soglia di 103.055 euro a 113.520 euro per il massimale. Mentre per il minimale si è passati da 16.243 euro del 2022 a 17.504 euro del 2023.

Di conseguenza, i lavoratori iscritti alla Gestione separata per i quali si applica l’aliquota del 24% dovranno versare un contributo annuo, ai fini pensionistici, paria 4.200,96 euro. Mentre i professionisti con partita IVA dovranno sostenere un costo di 4.591,3 euro. Infine, per i collaboratori, ai quali si applica una percentuale del 35,03%, è previsto un conto ancora più alto di 6.131,65 euro.

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