Vince al Superenalotto e si uccide: quando il sogno si trasforma in incubo

Vincere al SuperEnalotto è uno dei sogni di milioni di italiani. I pochi fortunati che ci sono riusciti hanno scoperto che i soldi non sempre danno la felicità.

Alcuni giocatori di SuperEnalotto sono diventati milionari grazie alle vincite. Ma a differenza di quello che si potrebbe credere, per alcuni di loro la vita non è diventata tutta “rose e fiori”.

suicidio vincita
eco di milano

Per alcuni di questi fortunati vincitori del SuperEnalotto, l’esistenza è diventata difficile, tanto da portare alla morte.

In questo periodo di crisi economica sono in tanti a sperare in una vincita al gioco d’azzardo. In effetti, ad oggi, questo rappresenta ancora uno degli strumenti per diventare velocemente ricchi. Tuttavia, non è affatto semplice indovinare la combinazione vincente che conduce alla ricchezza.

Ma, di tanto in tanto, qualcuno riesce a sbancare il botteghino diventando, da un giorno all’altro, milionario.

Si tratta di un vero e proprio colpo di fortuna che, tuttavia, in alcuni casi si trasforma in un enorme sciagura.

È questo il caso di coloro che dopo aver sognato di vincere al SuperEnalotto e aver realizzato il loro sogno, vanno incontro alla morte.

Vincere al SuperEnalotto e morire: quando un sogno si trasforma in un incubo

Ci sono diverse storie di persone che dopo essere stati baciati dalla dea bendata con una vincita milionaria al SuperEnalotto, si sono ritrovati soli e in preda alla depressione (o ad altri disturbi psicologici). Quando ciò accade, quella che sembrava una fortuna, si trasforma in un enorme sciagura.

È questa la storia di Gigi un signore che, 13 anni dopo aver vinto una grossa somma di denaro al SuperEnalotto, si è tolto la vita.

I fatti risalgono al 2015, quando il signor Gigi avrebbe deciso di farla finita ed è stato ritrovato senza vita presso la propria abitazione. Si stenta a credere che una persona, che 13 anni prima aveva centrato il 6 al SuperEnalotto, si sia ritrovato solo e disperato, fino ad arrivare a compiere un gesto così estremo.

Gigi aveva centrato la vincita con altri due compagni di giocata, con i quali aveva diviso l’importo. Tuttavia, dopo qualche anno, il fortunato vincitore si è congedato dal mondo con una frase densa di significato: “I soldi ti fanno ricco. Il rispetto e l’educazione ti fanno signore”.

A quanto pare, quella enorme fortuna che gli era capitata si era rivelata una grande iettatura, che ha reso la vita del signor Gigi un incubo.

Le testimonianze raccolte da alcune delle persone che lo conoscevano raccontano di un uomo che, dopo essere diventato ricco, ha lasciato il lavoro e ha iniziato a sperperare il denaro. I compaesani raccontano di averlo visto in giro con macchine di grossa cilindrata, che cambiava ogni 6 mesi.

Poi Gigi prese la decisione di acquistare alcuni appartamenti per poter vivere di rendita dandoli in affitto.

Ma a quanto pare, l’investimento non ha funzionato: questa situazione lo ha spinto nel baratro della depressione e della solitudine.

Purtroppo, quella di Gigi è solo una delle tante storie che, spesso, accomunano le persone che vincono grosse somme di denaro.

I soldi non danno la felicità: perché?

Tanto per cui i dati raccolti circa il 90% delle persone che hanno la fortuna di vincere più di un milione con il gioco d’azzardo, dopo circa tre anni dall’evento si ritrovano a vivere in uno stato di inquietudine e infelicità.

Nei casi più gravi, la condizione di difficoltà in cui si trovano queste persone può condurre al suicidio.

Per fortuna si tratta di casi isolati, tuttavia è doveroso citare l’esempio infelice di un cinquantenne che si è tolto la vita dopo aver perso tutti i soldi vinti con il Totocalcio, in seguito ad alcuni investimenti andati male. Oppure la storia di Salvatore, che è stato ritrovato ucciso in un garage dalla malavita che voleva estorcergli il denaro vinto (3 miliardi di vecchie lire al totogol).

Tutti questi esempi ci ricordano che i soldi non cambiano le persone e non eliminano i problemi. Disporre di grosse somme di denaro non è necessariamente un male, soprattutto se i soldi vengono utilizzati per fare del bene.

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