Novità Superbonus 2023: obblighi (vecchi e nuovi) per i bonus edilizi

Con l’approvazione della legge di bilancio sono state introdotte diverse novità Superbonus 2023. Scopriamoli tutte, tra obblighi vecchi e nuovi.

Il 2023 è iniziato all’insegna di nuovi obblighi, che interessano i bonus edilizi. Tra questi vi è l’obbligo relativo alla Durc, ovvero il documento unico di regolarità contributiva, che riguarda la congruità della manodopera impiegata per l’esecuzione dei lavori edilizi. Ci stiamo riferendo al comma 10, del decreto legge numero 76 del 2020 conosciuto con il nome di decreto semplificazioni e convertito con le modifiche della legge 120/2020.

Novità Superbonus 2023
Eco di Milano

In base a tali disposizioni, coloro che accedono ai bonus edilizi, oltre a dover presentare il documento unico di regolarità contributiva, dovranno rispettare le modalità indicate dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, in materia di congruità dell’incidenza della manodopera.

Novità Superbonus 2023: facciamo chiarezza

Con l’approvazione della Legge di bilancio 2023 è stato rinnovato il Superbonus anche per il nuovo anno. Tuttavia, come era prevedibile, sono state introdotte delle significative novità che hanno modificato il bonus edilizio in questione.

La più importante novità riguarda la riduzione dell’aliquota contributiva, che è passata dal 110% al 90% delle spese sostenute.

Fermo restando che per alcune tipologie di contribuenti è possibile continuare a beneficiare dell’aliquota di detrazione piena. Ci stiamo riferendo a coloro che hanno avviato i lavori di ristrutturazione edilizia sulle villette unifamiliari, nel 2022, e che hanno presentato entro, il 30 settembre 2022, lo stato di avanzamento dei lavori al 30%.

Inoltre, anche i condomini che hanno deliberato in merito all’inizio dei lavori di ristrutturazione, entro novembre 2022, avranno la possibilità di accedere alle detrazioni a 110%, anche nel 2023.

Per tutti gli altri contribuenti, la disciplina prevede la possibilità di effettuare lavori edilizi di miglioramento dell’efficienza energetica usufruendo di una detrazione al 90%.

Tuttavia, per migliorare la regolarità dell’accesso al bonus si è deciso di affiancare agli obblighi preesistenti, nuovi obblighi da rispettare.

Il DURC di congruità: di cosa si tratta

L’obbligo relativo al Durc di congruità della manodopera è stato introdotto dall’articolo 8 della legge del 2020. Sebbene le disposizioni sembrano interessare principalmente gli appalti pubblici, nella pratica, gli adempimenti ricadono anche sui cantieri di edilizia privata e sugli interventi agevolati dal Superbonus.

Pertanto, tutti coloro che intendono beneficiare delle novità Superbonus 2023 dovranno fare i conti anche con l’obbligo di Durc di congruità. Si tratta di un documento che serve ad attestare la congruità della manodopera. L’assenza di tale documento è una delle cause di decadenza del beneficio fiscale alle quali, tra l’altro, si applicano gli interessi maturati per il godimento delle detrazioni da parte del soggetto beneficiario che ha indebitamente fruito delle stesse.

Ha specificare il rischio di indebito utilizzo delle agevolazioni in caso di mancata presentazione del Durc, ci pensa il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze numero 41, del 1998. In tale decreto, il Ministero ha stabilito che non può essere riconosciuta alcuna detrazione fiscale, qualora si verifichino gravi violazioni delle norme in materia di tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro.

Ma il Ministero del Lavoro delle politiche sociali ha stabilito che il sistema di verifica della congruità della manodopera, sia per i lavori pubblici che per quelli in edilizia privata, si verifica quando nei cantieri si effettuano opere il cui importo è uguale o superiore a 70.000 euro.

Tuttavia, la disciplina prevede che non sia necessario presentare il documento Durc di congruità per gli interventi edilizi che fanno riferimento alla ricostruzione delle aree territoriali colpite da eventi sismici, che risalgono all’anno 2016. In tal caso, infatti, affinché il DURC diventi obbligatorio è necessario che venga adottata un’Ordinanza del Commissario straordinario del governo.

Cosa si intende per “verifica della congruità”?

Quando si parla di verifica della congruità della manodopera si fa riferimento agli accertamenti che servono a constatare la coerenza tra la manodopera utilizzata, in ambito di un lavoro edilizio, rispetto alla tipologia dei lavori svolti. Lo scopo della verifica è quello di garantire la corretta concorrenza sul mercato.

In sostanza, per effettuare il controllo della congruità della manodopera si tiene in considerazione la manodopera dichiarata e versata dalle singole imprese, in relazione all’appalto o al cantiere preso in esame.

In base a quanto stabilito dalla legge, la verifica della congruità si applica a tutti gli appalti pubblici e ai lavori privati che hanno un valore pari o superiore a 70.000 euro.

La Durc per la congruità della manodopera è chiesta, negli appalti pubblici, dal committente o dall’impresa affidataria quando si presenta l’ultimo stato di avanzamento dei lavori e prima di procedere al saldo finale dei lavori.

Mentre, per i lavori privati la congruità deve essere dimostrata prima del saldo finale e l’attestazione deve fare riferimento alla congruità dell’opera complessiva.

In base a quanto stabilito dall’articolo 8 del decreto legge 76/2020, coloro che sono sprovvisti del nuovo Durc di congruità non andranno incontro a nessuna sanzione penale, ma solo alla perdita del bonus già erogato compreso il pagamento degli interessi.

Ad ogni modo, la disciplina prevede la tolleranza di uno scostamento rispetto agli indici di congruità in misura uguale o minore a 5% della percentuale di incidenza della manodopera.

In ogni caso, all’azienda che non risulta congrua, è data la possibilità di dimostrare il raggiungimento dell’aliquota di incidenza della manodopera, fornendo la documentazione che attesta il sostenimento delle spese non registrate presso la Cassa edile o Edilcassa territorialmente competente.

Novità Superbonus 2023: la SOA

Tra le novità Superbonus 2023, c’è la presenza di un adempimento, in più, per i cantieri in cui sono effettuati i lavori, il cui importo è superiore a 516.000 euro. Ci stiamo riferendo alla SOA, il documento di cui devono essere in possesso i fruitori dell’agevolazione fiscale in questione, in base a quanto stabilito dall’articolo 10 bis.

La SOA è un documento la cui durata è valida per cinque anni e serve a verificare, entro il terzo anno, il mantenimento dei requisiti che permette ad un’impresa di partecipare alle gare d’appalto di categoria.

Le opere che hanno un importo superiore a 516 mila euro potranno essere affidate e subappaltate a partire dal 1 luglio 2023 se, al momento della sottoscrizione, risulta il possesso della SOA.

In base a quanto stabilito dalla legge, non è obbligatorio essere in possesso dell’attestazione in due casi:

  • Quando il cantiere è in corso d’opera, alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto energia ovvero 20 maggio 2022;
  • Quando il committente e l’appaltatore hanno sottoscritto il contratto in data anteriore al 20 maggio 2022.
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