A quanto pare, la prossima settimana ci sarà una brutta sorpresa sui prezzi di benzina e diesel. Quali rischi corriamo?
La prossima settimana scatterà l’embargo a tutti i prodotti raffinati provenienti dalla Russia. Questo fenomeno avrà sicuramente un’incidenza forte sui prezzi dei carburanti. Secondo gli esperti, infatti, si assisterà ad un aumento dei prezzi di diesel e benzina.
A tale proposito l’Unione nazionale dei consumatori ha avvertito che, se non si contrasta il fenomeno dell’aumento delle tariffe eliminando le accise, si potrebbe andare incontro a pericolosi effetti sull’inflazione.
Quali sono i prezzi attuali di benzine e diesel? Di quanto potrebbero aumentare in vista dell’embargo sui prodotti raffinati russi?
Benzina e diesel: facciamo il punto della situazione
La prossima settimana ci sarà l’embargo su tutti i prodotti raffinati che provengono dalla Russia.
Ci stiamo riferendo a quel fenomeno che prevede il sequestro di navi mercantili estere in base a disposizioni fornite dagli Stati. Inoltre, l’embargo prevede anche il divieto di esportazione di materiale dai paesi belligeranti, in questo caso la Russia.
Insomma, si tratta di una misura che ha lo scopo di arginare l’economia del Cremlino, nella speranza di indebolirla. Tuttavia, questa decisione avrà pesanti ripercussioni sulle tariffe di benzina e diesel.
Attualmente, i costi del carburante alla pompa, in base a quanto pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, segue questo listino:
- Benzina in modalità self a 1,871 euro al litro, per la quale è prevista una crescita di oltre quattro centesimi ovvero del 2,29%;
- Gasolio in modalità self è all’1,912 euro al litro per il quale è previsto un aumento di oltre tre centesimi, ovvero dell’1,98%.
Nel frattempo si registra un calo per il gasolio utilizzato per il riscaldamento, che attualmente è a 1,663 euro al litro e nel corso della prossima settimana è previsto una riduzione di oltre un centesimo.
In base a quanto affermato dall’Unione nazionale dei consumatori la decisione del governo di rialzare le accise potrebbe essere una decisione scellerata, soprattutto in vista dell’embargo del 5 febbraio.
Ma, in base a quanto sostenuto dal governo, l’intenzione è quella di intervenire nuovamente sulle accise solo se il prezzo del carburante dovesse aumentare sulla media del precedente bimestre.
Ma l’Unione dei consumatori è piuttosto preoccupata e sostiene che: “Se non si riabbassano ora le accise si rischiano pericolosi effetti moltiplicativi sull’inflazione che ridurranno i benefici che si avranno dal calo del prezzo del gas”.
Cosa accadrà il 5 febbraio?
Domenica 5 febbraio è la data da cerchiare in rosso sul calendario, perché è il giorno in cui scatterà l’embargo ai prodotti raffinati provenienti dalla Russia.
La decisione è stata aggiunta lo scorso 5 dicembre dall’Unione Europea, ma solo domenica avverrà l’embargo a tutti i prodotti della raffinazione, a partire dal diesel. Questo fenomeno potrebbe determinare un importante rialzo dei prezzi.
Di fatto, chiudendo l’impostazione dei prodotti provenienti dalla Russia, la prossima settimana l’Europa si troverà con oltre un milione di barili al giorno in meno, ovvero un quarto rispetto alla domanda di tutta l’Europa.
L’intenzione dell’Unione Europea è quello di sostituire questa mancanza che, nel frattempo, provocherà un aumento della domanda e il conseguente incremento dei prezzi.
Anche se l’Italia, per quanto riguarda il gas metano, non è particolarmente esposta, il problema si pone per quanto riguarda il gasolio.
Dunque, in vista di domenica 5 febbraio, c’è concretamente il rischio che possa arrivare una nuova raffica di aumenti. Tuttavia, è giusto specificare che l’embargo è già scattato due mesi fa, senza provocare grossi problemi all’Europa e all’Italia. Infatti, la quota di petrolio russo sembra essere stata sostituita senza troppi problemi.
Ma in questo caso, si tratta dei prodotti raffinati: un’attività messa al bando dal mondo occidentale dall’inizio del secolo, per via della riconversione verso i biocarburanti e le lavorazioni meno inquinanti.
Dunque, il problema riguarda proprio l’evento del 5 febbraio, quando avverrà la chiusura le importazioni di prodotti raffinati sulle coste del mare dei paesi del Golfo, dove l’ambientalismo è solo un miraggio.
È proprio da queste terre che per decenni sono provenuti i prodotti raffinati utilizzati in Europa.
Probabilmente le scorte accumulate nelle ultime settimane riusciranno a contenere l’immediato rialzo dei prezzi. Dopotutto, l’Europa ha dimezzato le importazioni di gasolio Russo, aumentando quelle dagli Stati Uniti e da altri paesi, come Medioriente e Asia. Dunque, la speranza che l’embargo del 5 febbraio possono avere scarse ripercussioni sull’Europa.