Case popolari per invalidi civili, ci sono agevolazioni? La risposta sorprende

La legge prevede l’assegnazione di case popolari per invalidi civili? Sì, ma solo in determinate situazioni.

Quando si parla di case popolari si fa riferimento all’edilizia residenziale pubblica, che prevede l’assegnazione di immobili a determinate categorie di cittadini in difficoltà economica. Le case popolari sono gestite da enti pubblici e dal Comune in cui sono ubicate.

Case popolari per invalidi civili
Eco di Milano

Per l’assegnazione delle case popolari è necessario presentare un’apposita richiesta al momento della pubblicazione del bando di concorso. Generalmente i Comuni pubblicano il bando con cadenza regolare, di circa quattro anni.

La partecipazione al bando dà la possibilità di essere inseriti all’interno delle graduatorie di scorrimento, dove ai richiedenti saranno assegnate le abitazioni disponibili in base al punteggio conferito.

I soggetti affetti da invalidità e in possesso di determinati requisiti reddituali e patrimoniali possono partecipare al bando di concorso, per l’assegnazione delle case popolari.

Scopriamo quali sono le condizioni che consentono ai soggetti disabili di ottenere una casa popolare.

Case popolari per invalidi civili: facciamo chiarezza

La condizione di disabilità dà diritto ad una serie di agevolazioni, in base alla percentuale d’invalidità riconosciuta. In particolare, la percentuale in questione fa riferimento alla ridotta capacità lavorativa del soggetto.

Di fatto, le persone a cui è riconosciuta l’invalidità civile hanno diritto all’esenzione del ticket sanitario, all’assegno o alla pensione di invalidità, ad alcune detrazioni per l’acquisto di specifici prodotti e così via.

Tuttavia, essere un soggetto affetto da disabilità non dà automaticamente il diritto all’assegnazione di una casa popolare.

Infatti, anche queste categorie di soggetti devono partecipare al bando ed essere inseriti in graduatoria. È chiaro che la condizione d’invalidità conferisce un punteggio più alto, a parità di situazione economica.

Ad ogni modo, la disciplina nazionale in merito all’assegnazione delle case di edilizia pubblica prevede che l’alloggio venga assegnato a soggetti in possesso dei seguenti requisiti:

  • Non essere proprietari di alcun immobile;
  • Non aver avuto uno sfratto da una casa popolare negli ultimi cinque anni;
  • Avere la residenza nel comune in cui è ubicato l’alloggio;
  • Non aver occupato abusivamente altre case popolari negli ultimi cinque anni;
  • Avere un reddito inferiore alla soglia indicata nel bando;
  • Avere un ISEE non superiore alla soglia indicata nel bando.

Poiché i bandi sono pubblicati dai Comuni alcuni elementi, come la soglia di reddito o l’indicatore ISEE, non sono gli stessi in tutta Italia.

A proposito dell’ISEE, il documento va allegato alla domanda di partecipazione al bando e in questo caso si chiama ISEE-Erp. L’indicatore contiene informazioni che riguardano:

  • Il reddito al netto dell’IRPEF;
  • Emolumenti non imponibili, come l’indennità di accompagnamento;
  • Ulteriori detrazioni, come spese mediche;
  • Detrazione del reddito all’effettiva spesa di assistenza per soggetti portatori di handicap.

Dunque, sebbene la disabilità non sia un elemento che, da solo, è in grado di determinare il diritto all’assegnazione di una casa popolare, essa rappresenta un elemento che permette di scalare posti nella graduatoria.

In sostanza, a parità di requisiti tra due persone invalide avrà diritto di precedenza in graduatoria il soggetto con la percentuale più alta di riduzione della capacità lavorativa o il nucleo familiare in cui è presente il maggior numero di invali.

Impostazioni privacy