Senza Reddito di cittadinanza, lavoro o Caritas: davvero non c’è più scelta?

In seguito alla riforma del reddito di cittadinanza, aumenterà il numero di lavoratori o di coloro che si rivolgono alla Caritas? Un futuro tutto da riscrivere.

Il governo guidato da Giorgia Meloni è pronto a dare una stretta al reddito di cittadinanza. Ma cosa succederà in futuro? La riforma di tale sussidio contribuirà a dare una spinta al mondo del lavoro oppure aumenterà il numero di poveri? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da aspettarsi.

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Eco di Milano

Siamo ormai giunti al mese di dicembre e questo vuol dire che nel giro di poche settimane dovremo dire addio al 2022 per dare il benvenuto al 2023. Un nuovo anno che, si spera, porti con sé delle notizie positive. Questo soprattutto considerando che giungiamo da un periodo particolarmente complicato, segnato dal Covid prima e dal caro vita poi.

Diverse, d’altronde, sono le novità con cui dovremmo fare i conti con l’arrivo del prossimo anno. In particolare è noto come il nuovo esecutivo sia pronto a dare una stretta al reddito di cittadinanza. Una questione che non passa di certo inosservata, tanto da chiedersi se la riforma di questo sussidio contribuirà ad aumentare il numero di lavoratori oppure di coloro che decideranno di rivolgersi alla Caritas. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Reddito di cittadinanza, tra lavoro e Caritas: cosa c’è da aspettarsi

Importanti cambiamenti in vista per quanto riguarda il sussidio introdotto dal Movimento 5 Stelle. Come si evince dalla Legge di Bilancio 2023, infatti, con l’arrivo del nuovo anno i cosiddetti occupabili, ovvero coloro che sono in grado di lavorare, potranno percepire il reddito di cittadinanza per un periodo pari a massimo otto mesi.

Nel 2024, inoltre, la riforma del reddito di cittadinanza attuata dal governo Giorgia Meloni dovrebbe sfociare nella totale abolizione della misura in questione. Ne consegue che tutti coloro che non potranno più beneficiare del reddito di cittadinanza dovranno trovare un lavoro. Questo, possibilmente, grazie ai nuovi strumenti di politica attiva per il lavoro che dovrebbero essere messi in campo dallo stesso esecutivo.

I partiti di opposizione, però, non sono tutti d’accordo. In particolare c’è chi ipotizza che la riforma del sussidio possa portare a dover fare i conti con uno scenario da incubo. Ovvero si teme che aumenterà il numero di persone in stato di povertà. Ma sarà davvero così? Ovviamente non abbiamo una sfera magica e per questo motivo non si può dare per scontato cosa ci riserverà il futuro.

Allo stesso tempo non si può negare come la misura, così come attuata fino ad oggi, non abbia pienamente funzionato. Per questo motivo si rende necessario l’attuazione di interventi ad hoc, partendo dal presupposto che, come sottolineato dalla stessa Premier Giorgia Meloni: “Chi è in condizione di lavorare la soluzione deve essere il lavoro, la povertà non si combatte con l’assistenzialismo“.

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