Cessione del credito Superbonus 110%, attenzione: chi non porta a termine i lavori rischia grosso

Oggi vedremo cosa accade ai contribuenti che accedono alla cessione del credito Superbonus 110%, ma non portano a termine i lavori.

La cessione del credito è uno strumento introdotto per agevolare i contribuenti e le ditte edilizie nella fruizione della detrazione fiscale prevista dal Superbonus 110%.

Cessione del credito Superbonus 110%
Eco di Milano

In pratica, con la cessione del credito contribuente può beneficiare immediatamente dello sgravio fiscale senza dover attendere la dichiarazione dei redditi.

In questo caso, la ditta concede lo sconto in fattura e recupera il denaro maturando un credito nei confronti di un istituto di credito. Che, poi, a sua volta recupera le somme dallo Stato.

Sebbene il meccanismo del Superbonus 110% sia stato utilizzato, nella maggior parte dei casi, in maniera regolare e lecita, non sono mancate le irregolarità.

Per questo motivo, infatti, i Governi sono dovuti intervenire più volte per modificare la normativa e rendere sempre più rigido l’accesso al credito.

Cosa succede a coloro che beneficiano delle detrazioni Superbonus 110% tramite la cessione del credito, ma non portano a termine i lavori edilizi?

Cessione del credito Superbonus 110%: cosa accade ai furbetti

Il Superbonus 110% è la detrazione fiscale alla quale, in questi anni, hanno potuto accedere i cittadini intenzionati ad effettuare lavori di ristrutturazione su un immobile, con lo scopo di migliorarne l’efficienza energetica e la tenuta sismica.

La normativa che disciplina la detrazione fiscale in questione è stata più volte rimaneggiata. Con lo scopo di evitare frodi e truffe ai danni dello Stato.

Per questo motivo, si è deciso che per le villette unifamiliari fosse possibile accedere al Superbonus 110% tramite la cessione del credito ad una specifica condizione: presentare uno stato di avanzamento dei lavori di almeno il 30% entro il 30 settembre 2022.

In pratica, con il meccanismo della Sal, lo Stato ha cercato di evitare di concedere il bonus a ditte e cittadini, senza che questi facessero realmente partire i lavori di ristrutturazione.

Di fatto, dovendo presentare la Sal al 30%, per poter accedere alla detrazione fiscale, si è provato a limitare questo tipo di frodi.

Nel caso in cui, in data successiva alla presentazione dello stato di avanzamento dei lavori, dovessero essere effettuati di controlli che rilevano il mancato completamento dell’opera edilizia, lo Stato ha la facoltà di chiedere la restituzione delle cifre indebitamente ottenute a titolo di detrazione fiscale.

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