Bonus 2023, chi resta e chi no: che fine fanno le agevolazioni

Il Consiglio dei ministri tiene in piedi il Superbonus ma rimodulato. Per gli altri bonus valgono le vecchie scadenze. Occhio alle date.

Verso il nuovo anno con due consapevolezze: determinati bonus ci saranno ancora, mentre altri andranno via via a spegnersi. O, addirittura, saranno depennati dall’elenco delle agevolazioni prima che il 2023 sia arrivato.

Bonus 2023 Cdm
Foto: Canva

Come ci si aspettava, il Consiglio dei ministri ha riorganizzato il quadro delle agevolazioni, allungando i tempi per alcune di esse e riducendo le possibilità di fruizione per altre. Sul tavolo del Cdm sono finiti argomenti scottanti, dal Superbonus al Sismabonus, passando per tutte le altre misure volte a favorire i piani di spesa degli italiani. Una sorta di marchio di fabbrica in fatto di provvedimenti del tempo pandemico che, ora, sono arrivati alla resa dei conti. L’obiettivo, infatti, è allestire un programma di ripartenza che riduca progressivamente le agevolazioni favorendo il lavoro. Il che potrebbe richiedere più tempo di quanto non si pensi. Per questo, com’era prevedibile, non ci sarà il temuto colpo di scure ma un compromesso fra permanenza e riduzione progressiva.

Il Governo si è già impegnato in misure d’emergenza per il contrasto al carovita, a cominciare dalle bollette. In questo senso, alcune misure già adottate saranno mantenute, a cominciare dal taglio delle accise sui carburanti (circa 0,30 euro in meno), che verrà mantenuto perlomeno fino al 31 dicembre per un miliardo di euro di rinforzo. Gli altri provvedimenti, invece, rientreranno nel tesoretto rimasto (circa 8 miliardi) per il contrasto alla crisi energetica. Il diktat del Governo Meloni resta lo stop alla dispersione di risorse in bonus ritenuti inutili. Linea guida che, almeno in una prima fase, aveva fatto temere per tutte le misure in scadenza alla fine dell’anno.

Bonus, dall’energia all’edilizia: quali resteranno nel 2023

L’argomento più caldo era inevitabilmente il Superbonus. Una misura che ha portato quasi più discussioni che benefici reali, anche se le richieste di adesione non sono mancate da parte dei contribuenti. Con qualche problema riflesso, dagli stop and go sulle cessioni del credito alla presa in carico di lavori superiori alle forze concesse dalla risorse. Problematiche che hanno convinto il Governo (sia quello Draghi che quello Meloni) a mantenere in vita il principale dei bonus edilizi. Con alcuni accorgimenti, tuttavia, volti a ridurne progressivamente l’efficacia. Il decreto Aiuti Quater andrà a rimodulare il Superbonus al 90% già a partire dall’1 gennaio 2023. In sostanza, il primo step andrà ad abbassare il valore della detrazione sulle spese sostenute per quel che riguarda i condomini. Viene però introdotta la possibilità di accesso anche ai proprietari delle unifamiliari, a patto che si tratti di prima casa e che i lavori siano inferiori a 15 mila euro.

Modifiche anche per quanto riguarda il Sismabonus. La detrazione al 110% non andrà oltre il prossimo 31 dicembre e sarà valida solo per i passaggi di priorità entro la fine dell’anno. Dopodiché, si scenderà dall’85% al 75% a partire dall’1 gennaio. Per quanto riguarda le altre agevolazioni, rinnovo fino a dicembre per il Bonus trasporti da 60 euro, avviato a settembre per l’acquisto di abbonamenti annuali e mensili per il trasporto pubblico. Fondi finiti, invece, per le agevolazioni sull’acquisto di Tv e decoder (credito da 30 euro, aumentato a 50 a ottobre). Occhio alla data del 20 dicembre: per allora, il passaggio al nuovo sistema di codifica Mpeg-4 sarà definitivo e chi non possiede un televisore adatto (o un decoder integrativo) vedrà sparire i canali del Digitale terrestre. Con solo pochissimi giorni per riuscire a rientrare nell’agevolazione che, molto probabilmente, non riceverà i 100 milioni per la proroga.

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