WhatsApp, la notifica che spaventa gli utenti: il trucco però risolve tutto

Di questi tempi l’utilizzo dello smartphone è per forza di cose collegato alle relative app. Su tutte spicca quella forse più utilizzata in assoluto. Per la messaggistica istantanea, le chiamate, le videochiamate. Stiamo parlando di WhatsApp. Non esiste smartphone, nel nostro paese che non abbia tra le proprie app quella con il simboletto relativo verde della cornetta nella nuvoletta da fumetto. La realtà è questa, di conseguenza certe dinamiche coinvolgono davvero tutti.
Whatsapp
Fonte Adobe Stock

Di questi tempi, cosi come anticipato, fare a meno di WhatsApp è praticamente impossibile. In pochissimi attimi è possibile grazie a questa magnifica applicazione interagire con chiunque da qualsiasi parte del mondo. Semplice, intuitiva, mette a disposizione la possibilità di inviare sms, messaggi audio, effettuare chiamate, videochiamate, tutto insomma. Condividere file, inviare posizione, contatti, qualsiasi cosa con la massima semplicità.

Eppure negli ultimi giorni è successa una cosa che ha subito messo in allarme milioni e milioni di cittadini. Una notifica, forse mai vista prima che riguarda la possibilità concreta di non poter più utilizzare l’app in questione. Il riferimento non è a qualche dinamica per cosi dire esterna, anzi, tutto arriverebbe dall’interno. Il tutto riguarda una condizione ben precisa che riguarda in genere l’utilizzo della stessa applicazione e del suo approccio, per cosi dire rispetto al nostro smartphone.

Il problema in questione riguarda la memoria che la stessa app occupa all’interno del nostro dispositivo. Può sembrare nulla ma la condivisione estrema di contenuti di ogni tipo con i singoli utenti o addirittura con i gruppi di dialoghi che naturalmente vanno a formarsi può portare ad un sovraccarico eccessivo della stessa memoria del nostro smartphone. La notifica in questione, quella citata in precedenza nasce proprio da questo particolarissimo aspetto.

Il metodo per risolvere la questione è molto semplice, una problematica molto semplice da risolvere che non necessita assolutamente di applicazioni esterne o di interventi chissà quanto complicati. Il tutto ha chiaramente una ragione, la notifica che in questi giorni è arrivata a molti cittadini mette in guardia da quelli che sono i rischi che possono riguardare una cattiva gestione della stessa memoria dello smartphone, ma a tutto c’è rimedio, sempre, almeno in certi casi.

La procedura da seguire per andare a ridurre lo spazio utilizzato dalla stessa memoria di WhatsApp è molto semplice. Basta andare tra le opzioni dell’app nel vostro smartphone. Cliccare su “Impostazioni” e poi su “Spazio dati”, infine su “Gestisci Spazio”. A quel punto compariranno tutte le nostre finestre di dialogo con le relative quantità di memoria occupate. A quel punto si potrà provvedere a liberarla in base alle proprie esigenze, caso per caso.

WhatsApp, la notifica che spaventa gli utenti: il passo successivo eviterà ogni problematica futura

Alla fine del processo suggerito un ulteriore menù darà la possibilità di gestire definitivamente qualsiasi cosa. “Controlla ed elimina questi dati”, da qui, cosi come anticipato partirà la selezione dei dati da tenere e quelli da cancellare. Alla fine quindi si potrà ricontrollare lo spazio effettivamente occupato dai contenuti Whatsapp ed a quel punto passare alla certificazione che non esiste più un problema memoria, niente più notifiche inattese, insomma.

Tutto riguarda insomma la possibilità di gestire come meglio si preferisce la quantità di contenuti a disposizione. Nella maggior parte dei casi lo si fa nel modo sbagliato, o meglio si lascia tutto cosi com’è senza mai preoccuparsi dell’effettivo volume dei contenuti salvati su Whatsapp e di conseguenza sul nostro smartphone. Una operazione che si potrebbe definire di ordinaria amministrazione insomma, da eseguire periodicamente per la stessa “salute” del nostro dispositivo. La soluzione in effetti è molto semplice, niente più notifiche, niente più sovraccarichi di memoria ne preoccupazioni.

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