Acquistare oggetti che non si useranno mai: la follia ha una spiegazione psicologica

Acquistare oggetti che non si useranno mai riporta ad una spiegazione psicologica del 1700. Scopriamo da cosa nasce l’impulso.

La psicologia consente di rispondere a molte domande. Oggi cercheremo di capire da cosa dipende l’impulso di acquistare cosa che non si useranno mai.

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Un elettrodomestico, un paio di scarpe, una cintura, un inutile suppellettile, quante volte vi siete ritrovati a comprare un oggetto che poi non avete mai utilizzato? Un’impulso del momento, la certezza dell’acquisto unita ad un misto di consapevolezza inconscia che si stanno spendendo soldi inutilmente. Eppure quell’impulso è talmente forte che non riesce a frenare la vocina nella testa che avverte dell’inconcludenza del gesto. Non aiuta certo l’epoca del consumismo in cui viviamo. L’era del meglio comprare qualcosa in più che potrebbe sempre servire. Oltre alle spinte ambientali, però, c’è un motivo psicologico che spinge ad acquistare articoli che con molta probabilità non si compreranno mai.

Acquistare oggetti che non si useranno mai, il motivo psicologico

Ad agire a livello psicologico sono diversi fattori. La spinta adrenalinica del compiere un acquisto, la convinzione che l’articolo che si intende comprare soddisfi i canoni richiesti dalla società, la falsa idea che ciò che compriamo possa regalare serenità e appagamento. Tutti motivi che possono spingere verso un determinato oggetto che sappiamo bene, a livello inconscio, non verrò mai utilizzato.

Eppure c’è una causa psicologica che sovrasta tutte le altre e per spiegarla occorre far riferimento al noto filosofo Denis Diderot nel 1700. Diderot non era un uomo ricco da punto di vista economico finché Caterina la Grande, imperatrice della Russia, venne a conoscenza dei problemi finanziari del filosofo e decise di acquistare la sua biblioteca. Ecco che l’uomo si trovò tra le mani un grande capitale da spendere.

I soldi fanno la felicità?

Diderot iniziò a spendere i suoi soldi. Acquistò una vestaglia scarlatta, un indumento bellissimo che ai suoi occhi stonava completamente con gli altri abiti e oggetti in suo possesso. Da qui l’impulso di comprare nuovi articoli più consoni per una persona con un bel capitale e un’elegante vestaglia. “Non c’era più coordinamento, non più unità, non più bellezza” sostenne il filosofo e per cercare di ritrovare l’equilibrio si dette a folli spese.

Il nuovo per raggiungere un livello più alto, per adeguare tutto ciò che era di sua proprietà ad un unico capo più bello degli altri. Questo è l’effetto Diderot che spiega perché l’acquisto di un nuovo oggetto introduce in una spirale di consumo che porta all’acquisto di cose che probabilmente non verranno mai utilizzate. Il pensiero che potrebbero essere utili, potrebbero renderci felici e appagare i nostri desideri è sufficiente per perdere la razionalità e lasciarsi trascinare in un mondo di illusioni.

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