Il prezzo del gas raddoppia, l’annuncio scuote i mercati: quanto costerà entro fine anno

Il recente annuncio russo sugli aumenti del prezzo del gas entro fine anno, ha messo in agitazione i mercati finanziari. 

La guerra in Ucraina ha gettato il vecchio continente in una crisi economica senza precedenti. Lo scontro con Mosca è diventato infatti fin dalle prime battute uno scontro con l’Occidente sull’energia.

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Il Cremlino infatti è uno dei principali esportatori di gas nel mondo e sono tante le nazioni europee che da decenni acquistano le loro quote di gas da Putin. 

Prezzo del gas, la previsione del Ministero russo mette in agitazioni le nazioni europee: il motivo

Una situazione che è rimasta in equilibrio fino a fine febbraio di quest’anno, quando la decisione di Putin di invadere l’Ucraina ha dato inizio a una guerra economica, con l’Occidente che per sostenere Kiev, ha iniziato a varare delle pesantissime sanzioni economiche contro Mosca, E la risposta del Cremlino non si è fatta naturalmente attendere, con una diminuzione costante delle quote di gas, che nelle scorse settimane è diventata palese riguardo le motivazioni.

Una lettera della Gazprom inviata all’Europa, ha infatti confermato che le forniture sono state ridotte proprio a causa del conflitto in corso. E adesso arriva una previsione della Russia, che non può non preoccupare le nazioni europee. Il Ministero dell’Economia di Mosca ha infatti dichiarato che il prezzo del gas raddoppierà entro la fine di quest’anno, arrivando all’incredibile cifra di circa 730 dollari ogni mille metri cubi.

Nello specifico, il governo russo ha fatto una previsione ben precisa: le esportazioni di gas verso l’Occidente scenderanno di una ventina di metri cubi, passando dai 205 miliardi di metri cubi del 2021 a circa 185 miliardi di metri cubi a un prezzo maggiorato. Un annuncio che subito messo in tensione il mercato, con i prezzi del gas che immediatamente sono andati al rialzo. 

La Russia prova a sostituire l’Occidente aumentando le forniture di gas verso i paesi asiatici

La Russia insomma gioca ormai allo scoperto e prova adesso a intimidire l’Europa sapendo di avere il coltello dalla parte del manico: è notizia di questi giorni ad esempio, l’ammissione del Ministero dell’Economia tedesco di non essere in grado di sopperire in alcun modo alle forniture russe sul gas. E un discorso simile si può fare anche per l’Italia.

Intanto Mosca ha deciso di aumentare la produzione interna di petrolio, segno che la superpotenza guidata da Vladimir Putin si sta preparando a raggiungere in un paio di decenni quanto più autosufficienza energetica possibile. Anche in quest’ottica va letta la scelta di aumentare le forniture energetiche verso i paesi asiatici. Certo, al momento si tratta di un mercato che non ha i volumi di domanda adatti a rimpiazzare i consumi occidentali, e questa naturalmente per la Russia rischia di diventare una perdita economica molto consistente nel medio-termine.

Al contempo, è probabile che tra qualche anno l’Asia sarà invece in grado di soddisfare la stessa domanda del vecchio continente, sostituendosi in tutto e per tutto come acquirente di energia con il Cremlino

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