INPS, contributi gratis anche senza lavorare: come approfittarne

In questo articolo vedremo l’incredibile svolta dell’INPS sui contributi pagati per il raggiungimento della pensione e come approfittarne.

Nella vita lavorativa di ognuno di noi ci sono stati momenti in cui si è stati impossibilitati nello svolgere il proprio lavoro. In questi casi l’attività lavorativa risulterebbe discontinua e potrebbe causare dei buchi contributivi.

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Sono proprio i contributi, però, la vera tutela del cittadino che lo proteggono da eventuali eventi che ne impediscano la piena abilità lavorativa.

INPS, contributi “gratis” a chi non lavora

I contributi sono fondamentali per il raggiungimento della pensione e per il suo importo finale, che si baserà infatti sugli anni di contributi versati e altre variabili. Proprio per questo motivo l’interruzione forzata del proprio lavoro, e di conseguenza del versamento di contributi, non dovrebbe incidere sul raggiungimento di una pensione più che meritata.

Ed è proprio per questo che l’INPS ha deciso di accreditare i contributi a tutti quei lavoratori che sono costretti a sospendere la propria attività lavorativa, senza alcun tipo di onere per il lavoratore. Questo avviene soprattutto se il lavoratore ha dovuto interrompere l’attività per cause indipendenti dalla sua volontà. In questi casi l’INPS si premurerà di versare i contributi al cittadino interessato. per il raggiungimento della pensione e per l’aumentare del suo valore.

Oltre a ciò l’INPS garantisce la copertura contributiva consentendo al lavoratore di mantenere il proprio rapporto di lavoro invariato per tutto il tempo necessario. Per questo motivo nascono i contributi figurativi, che non sono altro contributi accreditati nelle Gestioni pensionistiche dei lavoratori pubblici o in quelle dei lavoratori privati, senza onere a carico di quest’ultimi.

La vera novità sta però nella nuova iniziativa dell’INPS riguardo il versamento di contributi gratuiti nell’anno 2022 per tutti quei periodi il proprio figlio non stia bene, anche senza invalidità riconosciuta o Legge 104. Può capitare a volte che per un genitore risulta impossibile lasciare in casa il figlio ammalato e quindi non può recarsi fisicamente a lavoro. Per questo periodi sono stati introdotti i cosiddetti contributi figurativi.

L’art.49 del Decreto Legislativo n.151/2001 dispone della possibilità di un periodo di congedo da parte del genitore, non solo per quanto riguarda il congedo parentale, ma anche nei periodi di congedo per malattia del figlio. Alternativamente, questo diritto spetta a entrambi i genitori. Il limite di tempo per cui è possibile richiedere un congedo per malattia del figlio è 3 anni e ogni genitore può, sempre alternandosi con l’altro, richiedere fino a 5 giorni lavorativi l’anno per le malattie di ogni figlio di un’età compresa fra i 3 e gli 8 anni.

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