I tassisti italiani, in guerra aperta da anni contro la liberalizzazione delle licenze, hanno organizzato un sentito sciopero nazionale, per protestare contro il Governo Draghi.
I conducenti hanno inscenato massicce azioni di protesta, chiedendo di fatto di bloccare le liberalizzazioni.
Tassisti sul piede di guerra, tassisti inviperiti per una legge in dirittura d’arrivo che potrebbe liberalizzare le licenze, danneggiando, di fatto, a loro modo di vedere, anni di sacrifici e di lavoro.
Sostengono, inoltre, che le multinazionali stiano distruggendo i tradizionali servizi di taxi delle piccole e grandi città.
La manifestazione più massiccia, e si tratta di diverse migliaia di partecipanti, è avvenuta a Roma. Nella capitale si sono radunati i tassisti di tutta Italia.
Minacciano di continuare a protestare fino a quando le loro richieste non saranno ascoltate.
Intorno alle 16 di martedì 5 luglio, i conducenti hanno costretto i carabinieri ai blocchi davanti a Palazzo Chigi, riuscendo per pochi minuti ad irrompere nel piazzale antistante il portone centrale della sede del Governo.
I tassisti avevano chiesto al governo italiano di rimuovere l’articolo 10 del disegno di legge del governo sulla concorrenza, relativo al trasporto di passeggeri nelle città, ma il governo non ha accolto la loro richiesta.
I manifestanti non intendono fermarsi e hanno annunciato che continueranno i loro scioperi e manifestazioni contro il Governo.
Dopo la fumata nera del 27 giugno scorso, la viceministra alle Infrastrutture e Mobilità, Teresa Bellanova, su delega del governo, aveva nuovamente convocato i sindacati, ma il nuovo confronto, hanno spiegato i rappresentanti di categoria, non ha avuto un riscontro positivo, “perché l’art. 10 del Ddl Concorrenza non sarà soppresso ma modificato nelle parti non sostanziali”.
“Siamo sempre più convinti – sottolineano – che la riscrittura delle regole per migliorare il settore debba avvenire non con una legge delega inserita in un disegno di legge sulla concorrenza, ma attraverso un provvedimento di confronto tra categoria, governo e sindacati”.
Nel mirino dei nostri tassisti c’è la deregolamentazione del settore e, nello specifico, ciò che non scende è “l’adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che avvengono attraverso applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri. e conducenti”, come previsto dall’articolo 10 del disegno di legge.
Ma anche, più in generale, “la promozione della concorrenza, anche nel rilascio delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati”.
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