Governo da una parte, mondo dell’edilizia dall’altra. Il nodo si chiama, neanche a dirlo, Superbonus 110%.
Un intricato nodo da sciogliere, con due capi da districare, dalle caratteristiche diametralmente opposte.
Solo adesso, dopo mesi e mesi di presunti crediti concessi “in modo troppo facile e leggero” per l’efficientamento energetico e la ristrutturazione di centinaia di abitazioni e di condomini, l’esecutivo Draghi si accorge che il tanto decantato Superbonus 110% ha rappresentato, forse e diciamo forse, uno dei più grandi errori della storia recente.
Non la pensano allo stesso modo le associazioni di consumatori e i professionisti del comparto edilizio, che rivendicano la legittimità di chi oggi, con l’avvenuto blocco dei crediti da parte delle banche, rischia la bancarotta.
Centinaia di posti di lavoro, nel settore, sarebbero a rischio, senza l’arrivo di fondi per imprese che si sono già impegnate in progetti esosi e hanno acquistato materiali costosi e devono pagare il proprio personale.
Un vero pasticcio, non smetteremo mai di dirlo, quello del Superbonus 110%.
L’Agenzia delle Entrate e l‘Abi chiedono alle banche di valutare bene i requisiti di chi ha già avuto l’ok per ricevere i benefici, così da evitare possibili frodi e, soprattutto, di esserne considerate “corresponsabili”, con il rischio che addirittura i crediti potrebbero essere revocati.
Tutto questo si verifica mentre le porte per accedere a nuove risorse sono al momento, a meno che di ripensamenti che appaiono lontani anni luce, da parte delle stesse banche, sono praticamente non chiuse ma addirittura sbarrate.
Mentre per chi sperava di poter rientrare nei criteri, non c’è davvero più nulla da fare.
Nel frattempo, c’è un’altra situazione di cui tenere conto, quella di cui si stanno occupando le autorità competenti.
Contrastare i “truffatori del Superbonus” (anche con la reclusione) e nel contempo garantire che la misura possa ancora essere utilizzata in sicurezza nel prossimo futuro, nonostante il blocco attuale dei crediti da parte delle principali banche italiane.
Nel Consiglio dei ministri del 18 febbraio scorso, erano arrivate anche le nuove regole per sradicare quella che il presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco non avevano esitato a definire una delle più grandi truffe che la Repubblica abbia mai visto.
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