L’occhio vigile del Fisco arriva anche dove non ti aspetti: cosa sta succedendo

L’amministrazione finanziaria ha deciso che anche la caparra sarà parte integrante della base imponibile, in ogni tipo di compravendita.

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Secondo contratto, la caparra emessa da una delle due parti in un qualsivoglia tipo di compravendita figurerà per il Fisco italiano come una componente obbligatoria.

Oltre a doversi guardare dalle possibili truffe, tutti i cittadini italiani dovrebbero porre maggiore attenzione tutto ciò che riguarda le compravendite, ancor di più l’aspetto delle caparre.

Fisco, anche la caparra sotto l’occhio vigile del Fisco

Il Fisco italiano è pronto ad una serie di controlli incrociati che andranno a “regolarizzare” tutti i rapporti di compravendita tra contribuenti. Attenzione, quindi, alle ipotetiche stangate che potrebbero giungere dall’amministrazione finanziaria italiana, soprattutto per quanto concerne le caparre, sia per chi dà che per chi riceve.

Secondo quanto affermato recentemente da una sentenza della Corte di Cassazione, esistono dei limiti da imporre all’interno di una qualsiasi compravendita per non essere oggetto delle attenzioni del Fisco. Tra questi limiti vi è soprattutto quello della caparra che andrà a toccare uno degli aspetti fondamentali dei controlli da parte dell’amministrazione, costringendo una delle due parti ad informare correttamente l’erario onde evitare una dichiarazione infedele.

Il caso della Corte di Cassazione aveva come oggetto un cittadino italiano il quale si era rivolto ai giudici per contestare una caparra ricevuta del valore di 800mila euro. Il problema stava proprio nell’incidenza della caparra sulla base imponibile totale. I soldi erano stati ricevuti sulla base della vendita di un complesso immobiliare, la cui caparra sarebbe servita come “indizio della conclusione del contratto”. Secondo i giudici, però, la caparra ha funzioni autonome e di anticipazione del prezzo nel caso in cui il contratto vada a buon fine.

Secondo la sentenza dei giudici del Palazzaccio, il versamento della caparra assume l’onere di dispensa dalla cosiddetta “prova del quantum” relativa al danno subito. Questo, ovviamente, nel caso in cui il contratto non vada a buon fine. In base al D.P.R. 633 del 1972, l’importo della caparra sarà imputata sul prezzo dei beni in oggetto, i quali saranno quindi oggetto di IVA e incidenti sulla base imponibile relativa.

Bisogna stare più attenti, quindi, nel caso di ricevimento di una somma di denaro a uso caparra nel contesto di una compravendita che ha per oggetto un bene qualsiasi. Il Fisco ha già attivato una serie di controlli a tappetto di tipo strettamente fiscale, sia per quanto riguarda il costo complessivo sia sulla somma della caparra. Chiunque non si adegui a questo tipo operazioni sarà sicuramente oggetto delle attenzioni del Fisco, poiché i controlli effettuati saranno a più ampio spettro, comprendendo tutte le dinamiche che compongono la transizione nella sua totalità.

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