Detrazioni spese mediche: nuovo interpello dell’Agenzia delle Entrate

Con il nuovo interpello dell’Agenzia delle Entrate sono stati forniti chiarimenti in merito alle detrazioni per spese mediche.

Il 6 febbraio 2023 l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato l’interpello numero 1992, in cui fornisce chiarimenti in merito alle rate residue di spese mediche di un soggetto deceduto.

Detrazioni spese mediche
Eco di Milano

In base alla normativa fiscale attualmente in vigore in Italia, i contribuenti italiani hanno diritto a una detrazione d’imposta per tutti gli oneri e le spese sostenute in ambito sanitario. Per conoscere con esattezza le spese detraibili è necessario fare riferimento all’articolo 15 del Testo unico delle imposte sui redditi o ad altre disposizioni di legge.

Ad ogni modo, a partire dal 1 gennaio 2020 si è stabilito che la detrazione fiscale del 19% degli oneri relativi alle spese sanitarie è fruibile solo nel caso in cui il pagamento sia stato effettuato con versamento bancario, postale o altri strumenti tracciabili.

Fermo restando che è possibile portare in detrazione anche il versamento effettuato in contanti, per l’acquisto di medicinali o di dispositivi medici. Stesso discorso vale anche per i pagamenti di prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o da quelle private accreditate al Servizio Sanitario nazionale.

Quali sono le principali regole che riguardano le detrazioni spese mediche? Cosa succede in caso di rate di detrazione residue di un soggetto deceduto?

Detrazioni spese mediche: le regole

In base a quanto previsto dalla normativa italiana, i contribuenti hanno la possibilità di portare in detrazione le spese sostenute per l’acquisto di medicinali o per le prestazioni sanitarie. Le regole principali prevedono che per poter usufruire delle detrazioni sia necessario indicare la spesa nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui sono state sostenute.

Le fatture e i giustificativi delle spese devono essere conservate dal contribuente, perché l’Agenzia delle Entrate può effettuare un accertamento, fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione.

Per poter beneficiare della detrazione è necessario presentare fatture ricevute, fiscali e scontrini parlanti. Il regolamento prevede che il contribuente non sia obbligato ad esibire la prova del pagamento.

Ad ogni modo, per poter usufruire delle detrazioni è necessario che le spese siano effettivamente a carico di chi le ha sostenute, entro il limite di imposta lorda annua. È possibile beneficiare della detrazione anche per le spese sanitarie sostenute per familiari fiscalmente a carico e nell’interesse di familiari non a carico.

Per poter considerare un familiare a carico è necessario che questo possieda un reddito complessivo uguale o inferiore a 2840,51 euro lordo. Per i figli con età inferiore a 24 anni, il limite reddituale è di 4000 euro.

È possibile portare in detrazione, al momento della dichiarazione dei redditi, anche le spese sanitarie sostenute per un soggetto che è deceduto.

In questo caso, la legge prevede la possibilità di ottenere la detrazione anche se il familiare non era a carico, perché rientra nel procedimento successorio.

Come funziona la dichiarazione fiscale

L’agevolazione fiscale per le spese sanitarie prevede una detrazione IRPEF del 19% per la parte eccedente l’importo di 129,11 euro all’anno.

Tuttavia, per alcune spese sostenute in favore di soggetti affetti da disabilità la detrazione è prevista in forma integrale, ovvero senza l’applicazione della suddetta franchigia.

La disciplina prevede la possibilità di portare in detrazione anche l’imposta di bollo del valore di €2. Ci stiamo riferendo all’imposta applicata sulle fatture esenti da IVA d’importo superiore a 77,47 euro. Tuttavia, affinché sia possibile detrarre l’imposta di bollo è necessario che questa sia stata pagata dal cliente ed evidenziata a parte sulla fattura.

Ad ogni modo, per poter usufruire delle detrazioni è necessario che le spese siano rimaste effettivamente a carico del contribuente. La normativa fa riferimento ai premi di assicurazione sanitari versati dal contribuente e alle assicurazioni sanitarie stipulate dal proprio sostituto d’imposta o pagate dallo stesso.

In questi casi, la detrazione è ammessa poiché i premi non hanno determinato alcun beneficio fiscale in termini di detrazione d’imposta o di esclusione dal reddito.

Invece, non possono essere portate in detrazione le spese rimaste a carico del contribuente che corrispondono a danni arrecati a diverse persone o a spese di risarcimento legati al danneggiamento.

Ad ogni modo, le detrazioni per spese sanitarie prevedono l’erogazione di un importo erogato sotto forma di quattro quote annuali costanti. Questa situazione si verifica quando la cifra pari o superiore a 15.493,71 euro. Fermo restando che il contribuente ha la possibilità di scegliere tra rateizzazione e detrazione in un’unica soluzione.

Detrazioni spese mediche: i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate

Con la pubblicazione dell’interpello numero 192/2023, l’Agenzia delle Entrate ha offerto chiarimenti in merito alle rate di spese mediche di un soggetto deceduto.

Di fatto, in base a quanto stabilito dalla disciplina, le detrazioni residue non fruite dal de cuius vengono trasferite agli eredi.

Ad esempio, nel caso in cui sia stato sostenuto un intervento chirurgico, per la cui parte di detrazione si è deciso di accedere alla rateizzazione in quattro quote annuali, è possibile che, al momento della morte del soggetto, non fosse avvenuto il completo rimborso. In presenza di coniuge, le quote residue spettano a quest’ultimo.

Tuttavia, nel caso in cui non dovesse essere presente il coniuge, le quote sono trasferite agli eredi.

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