I titoli di Stato e le cedole ricavate possono diventare una seconda entrata, utile per far fronte all’aumento dei prezzi. Come funzionano però?
Sempre più italiani si stanno dando da fare per ricavarsi nuove entrate oltre a quella principale, causa l’aumento generale dei prezzi. Uno strumento utile è quello rappresentato dalle cedole derivate dai titoli di Stato. Spiegheremo qui di seguito cosa sono e come possono essere impiegate per ottenere un ritorno, prestando molta attenzione.
Le cedole rappresentano i proventi dei titoli azionari e obbligazionari. In questo articolo parleremo delle obbligazioni emesse e garantite dallo Stato. Ciò avviene tramite il Dipartimento del Tesoro del MEF e l’emissione da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Essi rappresentano una forma di investimento per i cittadini che vogliono utilizzare e far fruttare i propri risparmi.
Il Titolo di Stato è un prestito che il risparmiatore fa allo Stato, con dei precisi termini di pagamento e interessi. Lo Stato è obbligato a restituire la somma prestata entro una scadenza stabilita più l’interesse periodico (trimestrale, semestrale o annuale) detto cedola.
Non ne esiste una sola tipologia, in quanto abbiamo i buoni ordinari del tesoro (bot), i certificati del tesoro zero coupon (ctz), i buoni del tesoro Poliennali (Btp), i buoni del Tesoro Poliennali Italia (BTP Italia), Certificati di Credito del Tesoro Indicizzati all’euribor (CCTeu) e i Buoni del Tesoro Poliennali Indicizzati all’inflazione europea (BTP€i). Ciascuno di questi possiede diverse caratteristiche, opzioni e durata, in grado di soddisfare le diverse esigenze dei cittadini.
I risparmiatori possono sottoscrivere dei titoli di Stato in due modi: acquistandoli all’asta oppure dopo. Nel primo caso, i titoli vengono comprati appena lo Stato li immette sul mercato, mentre nel secondo vengono scambiato quando l’acquisto è già avvenuto. In entrambi i casi visogna avere un intermediario finanziaro, tipicamente la banca in cui si ha il proprio conto. Come funzionano questi titoli e quali sono i pro e contro?
Essendoci diverse tipologie di titolo, diversi sono anche i ritorni, che dipendono da diversi fattori. In primo luogo la scadenza, più è lunga, più è alto il tasso di interesse. Però è anche alto il rischio di non riottenere l’investimento, perché potrebbero esserci cambiamenti economici.
Il guadagno sul proprio investimento dipende poi dal tipo di investimento che si fa, se è in titoli sicuri, con paesi stabiliti e una durata predefinita; oppure titoli ad alto rendimento, più rischiosi ma anche più redditizi e con una durata maggiore.
Bisogna poi ricordare che i guadagni ricavati dai titoli sono soggetti a tassazione, che è del 12,5%. Per capire dove investire, è necessario farsi seguire da un intermediario finanziario e controllare i voti delle agenzie di rating, che vanno dai voti migliori (tripla A), fino ai più bassi, i D.
Tra i rischi troviamo le incertezze circa il rendimento effettivo che i titoli potrebbero dare. Quest’ultimo dipende da come i titoli si collocano nel mercato primario o secondario, andamento visibile qui.
Vi è poi da considerare l’oscillazione del prezzo, specie nel mercato secondario. I titoli sono infatti sicuri per quanto riguarda il loro rimborso quando scadono e il pagamento degli interessi. Se però lo scambio avviene prima della data di scadenza, il prezzo può variare, così come i guadagni e le perdite. Il rischio si abbassa quanto più breve è la scadenza del titolo.
Da considerare anche lo stato di salute dell’emittente, principale fattore di guadagno e di rischio. Se si tratta di un paese con una situazione instabile, dal punto di vista economico o politico, i rischi di perdita o guadagno basso sono alti.
I BTP sono i buoni del tesoro poliennale, con durata variabile e cedole pagate ogni 6 mesi, con un rendimento che dipende da come va l’Euribor e lo spread.
Se consideriamo i BTP con scadenza a 3 anni, il bond ISIN IT0005514473, che scade il 15 gennaio 2026. La cedola lorda annua è di 3,50%. Con una quotazione a 99,70 centesimi, il rendimento annuo è di circa 3,18%.
Se consideriamo il BTP ISIN IT0005500068, con durata di 5 anni, la cedola lorda annua è del 2,65% e scadenza nel 2027. Il prezzo attuale di 94,60 centesimi porta un rendimento annuo di circa 3,42%.
Infine, se consideriamo il BTP con scadenza nel 2029, la cedola annua è 3,85% con un rendimento del 3,757%.
Per chi non vuole investire nei titoli di Stato, rimangono altre soluzioni volte ad affrontare il carovita sempre più alto. La prima, messa in atto da sempre più persone, è modificare il proprio stile di vita, tagliando quelle spese non necessarie per evitare sprechi in consumi non necessari.
Vi è poi chi si dedica a secondi lavori oltre a quello principale, per quanto sia possibile conciliare più impieghi con il tempo che si ha a disposizione. L’ideale sarebbe un secondo lavoro part-time, preferibilmente nel weekend, ma ciò significherebbe non avere neanche un attimo di riposo.
Ecco perché molti puntano a lavori digitali, che permettano di lavorare da casa, di modo da non dover spendere troppo tempo e soldi tra spostamenti e carburante.
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