La Premier Meloni chiama a raccolta tutti: c’entra la lingua italiana

La lingua italiana è alla base della nostra identità e deve essere tutelata. Giorgia Meloni difende l’importanza di parlare italiano nella XV Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori.

L’italiano deve essere utilizzato di più, afferma la Premier. Le abitudini stanno cambiando e non è un bene.

lingua italiana Meloni
Eco di Milano

L’uso di parole straniere nella vita quotidiana è sempre più diffuso. Perché dire call quando si può dire chiamata? E meeting invece di riunione? Per non parlare di social media manager, déjà vu, skills e così via. La nostra lingua, l’italiano, è così bella, piena di sfumature e di significato che è un peccato utilizzarla sempre meno. Lo ha affermato Giorgia Meloni durante la XV Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori sottolineando l’importanza della lingua nella diplomazia. La globalizzazione è una realtà, lo sappiamo bene, ma non per questo dobbiamo perdere la connessione con la nostra cultura, le nostre origini e con l’italiano. Difatti, quella italiana è “una cultura complessa e profonda che passa anche dalla nostra lingua.

La lingua italiana va rispolverata

Durante l’intervento alla Farnesina, Giorgia Meloni ha ribadito l’importanza della lingua come strumento diplomatico che caratterizza una cultura ma è consapevole del fatto che sempre più persone, a partire da chi ha incarichi di responsabilità e da lei stessa, ricorrano a termini stranieri durante una conversazione. Francesismi e inglesismi in particolare che da chi si definisce una patriota non dovrebbero essere utilizzati. In più, per ognuna di quelle parole straniere si potrebbero utilizzare almeno quattro o cinque termini italiani in alternativa grazie alla ricchezza della nostra lingua.

Perché gettare al vento un patrimonio così importante? Dobbiamo cogliere ogni sfumatura dell’italiano, riconoscere la sua complessità e imparare a “manipolarlo” per poter creare discorsi ancora più convincenti e chiari.

Identità, un concetto da non dimenticare

Il discorso della Premier continua ponendo l’accento sull’identità, un’identità classico  giudaico-cristiana senza la quale l’occidente sarebbe diverso. Oggi l’occidente è più di un’organizzazione, è un’associazione e un’appartenenza. Racchiude un sistema di valori di cui noi italiani facciamo parte e tira in ballo il destino, non la politica.

Obiettivo primario è la difesa della libertà e della sicurezza. Senza questi due elementi, infatti, non può esserci crescita per il Presidente del Consiglio. Solo basandoci sulla nostra identità possiamo superare le sfide che quello stesso destino ci pone come ostacoli da superare. Per farlo serve usare al meglio le risorse a nostra disposizione – afferma la Meloni – ossia gli strumenti di politica estera, con la diplomazia e la sicurezza che devono creare una sinergia unica da cui partire per costruire il domani ma anche il presente difendendo ciò che è stato creato a partire dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale. La lingua italiana serve per raggiungere tale obiettivo perciò rispolveriamola e non lasciamoci trascinare in inglesismi e francesismi.

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