Auto, addio al carburante “tradizionale”: la data che cambierà tutto

L’Unione europea fissa il termine per l’addio al carburante standard al 2035, inaugurando un nuovo percorso per il settore dell’automotive.

 

Stop alle fonti combustibili fossili. Un diktat che è ormai quasi un mantra, nonostante Covid, guerra e crisi economica abbiano costretto a rivedere in parte i piani di energia sostenibile.

Carburante auto 2035
Foto: Canva

Sta di fatto che l’Europa qualche scadenza l’ha già data. E, almeno da questo punto di vista, non sembra disposta ad arretrare. L’obiettivo è sempre quello dichiarato: raggiungere il traguardo della neutralità climatica entro il 2050. Per allora, buona parte delle fonti fossili dovranno esser state azzerate e l’agognata transizione ecologica effettuata nella sua interezza. Il tutto rispettando il calendario delle tappe intermedie, a cominciare da un primo efficientamento energetico richiesto già per il 2030. Per quanto riguarda il carburante delle auto, ci si incontrerà a metà strada. Nello specifico, Parlamento e Consiglio europeo hanno deciso che, a partire dal 2035, non saranno più vendute automobili con motore alimentato da carburante tradizionale.

In sostanza, da quella data in poi, niente più benzina né diesel. Non certo una notizia da poco conto se si considera che la scadenza non è poi così lontana (12 anni circa) e che il reale passaggio alle nuove alimentazioni si presenta ancora come difficoltoso. Non solo per la crisi attuale, quanto per gli alti costi che ancora richiedono i veicoli ibridi o totalmente elettrici. Motivazioni che, a ogni modo, non si escludono fra loro. L’Europa, però, su questo punto resta irremovibile. La misura fa infatti parte del Fit for 55, il piano europeo per la neutralità climatica, non del tutto appoggiato su questo punto per il presunto stop al settore dell’automotive che si imporrebbe.

Stop al carburante tradizionale: perché non avremo più diesel e benzina

Come spesso accade, ci si muove su un filo sottile. Da un lato, infatti, il settore automobilistico poggia quasi con due piedi sul piedistallo del carburante standard, con investimenti di sviluppo tecnologico tuttora mirati su questo settore. Al contempo, è chiaro che diesel e benzina rientrino di diritto nella categoria dei combustibili più inquinanti e che il taglio alle emissioni dei tubi di scarico delle auto fosse uno dei punti chiave della transizione ecologica. Del resto, in alcuni Paesi europei sono già state applicate delle strette sul mercato delle auto, mentre in altri il centro delle grandi città è percorso quasi esclusivamente in bicicletta. Questione che, ovviamente, non potrebbe porsi in contesti urbani più grandi, dove anche la semplice domenica ecologica potrebbe rappresentare una problematica.

Bruxelles comunque non demorde. Si comincerà con una riduzione progressiva delle emissioni di Co2 per le nuove auto pari al 55% (50% per i furgoni) entro il 2030. Per poi coprire il restante 45% entro i successivi cinque anni. L’obiettivo è quello di introdurre il settore dell’automotive europeo in un’altra branca dell’industria automobilistica, che punti totalmente sulla transizione tecnologica in direzione dell’energia sostenibile. Secondo i vertici europei, i tempi saranno sufficientemente ampi per consentire alle case di produzione di adeguarsi. Anzi, secondo il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, l’industria continentale sarebbe pronta già da ora. Nonostante la crisi abbia già imposto una frenata sulla vendita delle elettriche, ancora fuori budget per la maggior parte dei consumatori.

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