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Caro energia, la decisione Usa complica tutto sul gas: l’Europa trema

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Marco Infanti

Un’indiscrezione che arriva dall’America potrebbe compromettere il mercato dell’energia in occidente, già duramente provato dalla guerra in Ucraina. 

Per fortuna, nelle ultime settimane il prezzo del petrolio ha finalmente iniziato a scendere.

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Da quando è iniziata la guerra in Ucraina, i prezzi di energie e materie prima sono letteralmente schizzati verso l’alto, anche se va precisato che già nel 2021 vi erano episodi di speculazioni che facevano presagire una situazione simile, e il conflitto in Ucraina in tal senso non ne è stata la causa, ma un semplice detonatore. 

Caro energia, perché la decisione di Biden sul petrolio fa discutere gli analisti americani

Certo, questo non toglie che nonostante la sua discesa, il prezzo del greggio continui a restare molto alto, paragonato agli scorsi anni. Ma la sua convenienza in un momento storico così difficile è tale, che sembra che l’america stia riflettendo sulla possibilità di comprarlo per aumentare le riserve strategiche nazionali di petrolio. Già nel mese di Marzo il presidente degli Usa Biden dispose la vendita di circa 180 milioni di barili di petrolio, allo scopo di calmierare il mercato indebolendone il prezzo.

La decisione di Biden è stata molto contestata in America, in quanto in una situazione analoga sotto la presidenza Trump, i democratici in coro si erano opposti fermamente a un’operazione di questo genere, condannando senza remore il tycoon per la stessa operazione che si accinge adesso a fare l’inquilino dem della Casa Bianca. In quel caso si accusò Trump di voler semplicemente salvare il mercato delle compagnie petrolifere penalizzando in tal modo milioni di consumatori americani. 

La mossa dell’amministrazione Biden potrebbe avere conseguenze negative impreviste

C’è anche da aggiungere che adesso una scelta del genere in America diverge comunque da quelli che erano gli scopi iniziali di Trump attuando quella mossa. In quel momento infatti, quello si poneva come un tentativo di salvare, almeno secondo la retorica del tycoon, tutti i posti di lavoro connessi a quel settore, che rischiavano in quel momento di saltare a causa delle difficoltà finanziarie delle grandi compagnie petrolifere. In questo caso, si giustifica l’amministrazione Usa, questa mossa sarebbe necessaria per combattere la spirale inflattiva in cui sta sprofondando l ‘intero Occidente.

Secondo molti analisti economici, si tratta di una scelta scellerata che otterrà l’effetto opposto, creando un rialzo dei prezzi al consumo che foraggerà invece una maggiore ascesa dell’inflazione e del caro vita. Molti sostengono che questo sia il frutto di una confusione strategica che ormai da qualche mese caratterizza l’amministrazione Biden sul tema dei rincari energetici e delle materie prime. 

La guerra del gas sta danneggiando tutti

C’è anche da considerare che le riserve americane di petrolio risultano al momento molto esigue, ed è stato calcolato che in caso di emergenza, basterebbero per appena 22 giorni. D’altronde in questa guerra del gas iniziata con la decisione di Putin di invadere l’Ucraina, sta danneggiando tutti.

Se da un lato è vero che la stessa Russia sta incontrando molte difficoltà a causa delle sanzioni occidentali, per il vecchio continente la situazione è decisamente peggiore. In primo luogo perché la dipendenza dalle forniture del Cremlino non è un qualcosa che si può sostituire da un giorno all’altro, come stanno amaramente scoprendo persino nazioni avanzate come la Germania. 

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Marco Infanti

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