Ricordate il ministro Teresa Bellanova? Che cosa le è successo

A Lecce, i giudici della Corte d’appello condannano l’attuale viceministra alle Infrastrutture, Teresa Bellanova e il PD. La colpa è aver impiegato un dipendente, Maurizio Pascali, con un contratto di collaborazione quando la prestazione era invece subordinata.

Dal 2010 al 2013, Maurizio Pascali ha lavorato come addetto stampa prima per il PD, poi per l’onorevole Teresa Bellanova.

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Il suo era un contratto co.co.co che però, secondo i giudici, non corrispondeva alla realtà delle sue prestazioni. I primi hanno infatti dichiarato le sue mansioni come subordinate al PD, come un reale dipendente di quest’ultimo.

Vediamo meglio cos’è accaduto, qual è stata la condanna e come Teresa Bellanova ha replicato.

Le accuse mosse al PD di lecce

Maurizio Pascali ha lavorato come addetto stampa nel periodo 2010-2013, occupandosi delle comunicazioni provinciali del PD a Lecce.  In seguito, è stato chiamato a svolgere la sua azione di addetto stampa, all’interno dello staff dell’onorevole Teresa Bellanova, in vista delle elezioni nazionali del periodo.

All’epoca studente con partita IVA, Maurizio Pascali ha operato come lavoratore autonomo, con contratto di collaborazione a 1200 euro lordi al mese. Valutando però la natura del suo impiego, i giudici l’hanno dichiarato di fatto un dipendente del partito, pertanto da considerarsi assunto con contratto subordinato.

Nella sentenza si chiarisce come le mansioni svolte da Pascali non coincidano con quanto dichiarato nel contratto di collaborazione e pertanto rendono necessario un pagamento all’interessato.

La decisione del tribunale ribaltata dai giudici di secondo grado

Pascali ha rivendicato la sua condizione in un primo processo, durante il quale il Tribunale ha rigettato le sue richieste. Il Giudice di primo grado ha infatti ritenuto che le mansioni e le prestazioni svolte dall’uomo fossero per l’appunto autonome, quindi in linea col contratto co.co.co.

I giudici del secondo grado invece hanno fornito una sentenza opposta, dichiarando la prestazione come subordinata, come già spiegato nel precedente paragrafo. Secondo il loro giudizio, il PD di Lecce e Bellanova dovranno pagare a Maurizio Pascali 50mila euro, di cui 6.700 in solido.

La replica di Teresa Bellanova

Gli avvocati di Teresa Bellanova annunciano l’intenzione di un ricorso, è lei stessa a spiegare che: “[…] sono stati applicati gli effetti della cosiddetta legge Biagi secondo cui, in mancanza del ‘progetto’ (previsto, appunto, per le collaborazioni coordinate e continuative), al collaboratore è riconosciuta la medesima retribuzione del lavoratore subordinato”.

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La politica ha ribadito che insieme ai suoi legali impugnerà la decisione davanti ai giudici della Cassazione, di modo da ribaltarla e ottenere il riconoscimento della natura autonoma della prestazione svolta da Pascali.

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