I lavoratori notturni possono beneficiare della pensione anticipata in alcuni particolari casi. Andiamo a scoprire quali sono nello specifico
Lavorare di notte è piuttosto logorante, per questo molte persone che prestano servizio in questa fascia oraria sono piuttosto interessate ad uscire prima dal mondo del lavoro.
La pensione è l’oasi felice a cui tutti i lavoratori aspirano dopo aver fatto sacrifici per tutta la vita. Si tratta di una fase in cui finalmente ci si può concentrare sui propri affetti e i propri progetti e gestire il proprio tempo come più si desidera.
Non è però semplice arrivarci, soprattutto al giorno d’oggi, visto che sorgono sempre diverse problematiche inerente i requisiti anagrafici e contributivi. Tuttavia alcune categorie di lavoratori possono usufruire di particolari condizioni che consentono di poter raggiungere prima il tanto sospirato traguardo.
Tra questi figurano i lavoratori notturni, ma solo a patto che rispettino alcuni tassativi parametri. Andiamo a scoprire come possono andare in pensione anticipatamente nel 2022.
Devono risultare impegnati per almeno 64 giornate nel corso dell’anno oppure per periodi di durata pari all’intero anno lavorativo. In pratica è possibile archiviare la pratica lavoro con quota 97,6, frutto della somma dell’età anagrafica e contributiva. Così si evince dal sito dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.
Andando nel dettaglio bisogna avere un’età minima di 61 anni e 7 mesi oltre che un’anzianità contributiva pari a minimo 35 anni. Questo per quanto concerne invece i lavoratori notturni a turni occupati per un numero di giorni lavorativi da 72 a 77 all’anno. Differente è la condizione per i lavoratori dipendenti che possono andare in pensione con una quota di 98,6. Quindi, età minima pari a 62 anni e 7 mesi e anzianità contributiva minima di 35 anni.
Ma non è tutto. I dipendenti notturni che lavorano su turni e che lavorano da 64 a 71 giorni all’anno, possono uscire anticipatamente dal mondo del lavoro con quota 99,6. Nella fattispecie età minima di 63 anni e 7 mesi e anzianità contributiva minima pari a 35 anni.
Tutte le casistiche menzionate si applicano ai lavoratori notturni che svolgono l’attività lavorativa per almeno 3 ore nell’intervallo ricompreso tra mezzanotte e le 5 del mattino nel corso dell’intero anno lavorativo.
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