CO2, adesso sparisce un altro prodotto dai supermercati: sulle nostre tavole da anni, consumatori disperati

Di tutte le carenze che i consumatori di generi alimentari hanno affrontato negli ultimi due anni, come carne, carta igienica, prodotti per la pulizia, pasta, latte artificiale e altro ancora, solo poche per fortuna hanno avuto una certa continuità.

Sfortunatamente, per nazioni come gli Stati Uniti, ma l’emergenza è scoppiata in modo dirompente anche da noi, le scorte di acqua frizzante sono scomparse ancora una volta.

Acqua gasata fonte pixa
Acqua gasata fonte pixa

Le bottiglie di vetro sono state difficili da trovare per molti produttori, inclusi quelli di vino e persino per la Coca-Cola. 

L’azienda che possiede il marchio Topo Chico, ammette che in questo momento ci sono “sfide di approvvigionamento serrate” in Texas grazie a un limite di tempo sull’utilizzo dell’acqua nella città di Monterrey in Messico, dove l’acqua seltz viene acquistata e imbottigliata.

In questo momento l’area sta vivendo temperature estreme, mancanza di pioggia e una siccità devastante.

Sebbene i rapporti stiano segnalando come picco di emergenza il Texas, alcune chiacchiere sui social media suggeriscono che l’emergenza potrebbe essere più diffusa di quanto si pensasse inizialmente anche in altri territori. 

Un utente di Twitter sostiene che non riesce a trovare nemmeno una bottiglia di acqua gasata Kansas City, mentre un altro afferma che lo stesso accade a Chicago. Un altro di Denver rivela la medesima cosa.

Gli acquirenti in Texas e in altre regioni del paese potrebbero dover selezionare un altro marchio per dissetarsi o un altro tipo di H2O frizzante.

E in Italia, in merito a questa emergenza, cosa sta accadendo? Scopriamolo insieme.

Bertone, titolare dello storico marchio di Acqua S.Anna, è il primo a lanciare l’allarme di una gravità estrema nel nostro Paese.

«Ho denunciato la mancanza di CO2 non solo in Italia ma in tutta Europa – spiega Bertone all’Ansa -. Per noi significa che non possiamo realizzare il 30% della produzione di acqua gasata: oggi il 30% delle nostre linee è completamente fermato. Prima pensavamo solo a un mese, ora non vediamo la luce”. 

«Manca la CO2 perché i costi dell’energia sono aumentati così tanto che non conviene più produrla, i produttori non vendono sottocosto – aggiunge il manager -. Prima costava circa 2mila euro a tonnellata, oggi 20mila. A questi prezzi anche noi andremmo sottocosto. e ci dovrebbe essere un aumento dell’acqua gassata sul mercato”.

Ormai è chiaro che sul mercato delle materie prime l’anidride carbonica per uso alimentare comincia a scarseggiare, anche solo guardando gli scaffali della grande distribuzione o le consegne a domicilio di acqua gassata. Tanto che anche l’Assobibe di Confindustria segnala crescenti difficoltà nel reperimento della CO2.

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