Verso la normalità: outlook d’autunno – a cura di Richard Flax

La ripresa economica che si sta manifestando nella maggior parte dei Paesi Sviluppati rende vivo il dibattito intorno alla durata di questo periodo di transizione. I consumatori hanno accumulato risparmi durante il periodo di lockdown e ora stanno sostenendo la domanda, mettendo pressione ai prezzi, soprattutto in quei settori più colpiti dalle misure di blocco (hospitality, leisure e automotive). Allo stesso tempo, persiste la carenza di manodopera, così come gli aiuti governativi per i lavoratori. Tuttavia, è probabile che queste tendenze inflazionistiche diminuiscano con il passare del tempo e che le curve di offerta si spostino per soddisfare la domanda, disinnescando ulteriori aumenti di prezzi. I temi chiave che interessano i mercati finanziari rimangono sostanzialmente invariati rispetto alla fine del primo trimestre. Il progresso della ripresa è ancora in gran parte dettato dalla velocità e dall’efficacia del lancio globale del vaccino, i titoli value stanno ancora sotto performando i titoli growth (nonostante l’inversione di tendenza avvenuta per alcune settimane nel corso del trimestre) e la principale preoccupazione per le banche centrali è ancora l’inflazione. Se il primo trimestre ha gettato le basi per un’economia post-Covid, il secondo trimestre ha marcato un passo deciso verso la normalizzazione. È sempre probabile che ci siano turbolenze in una situazione senza precedenti come quella in cui ci troviamo ma, con la riapertura delle economie e l’impatto dei vaccini, le prospettive sono molto più rosee di quanto non siano state nell’ultimo anno e mezzo.

Il lancio dei vaccini cambia le prospettive

Per verificare quale sarà l’effettiva portata della campagna vaccinale in Europa può essere utile guardare alla situazione nel Regno Unito, un paio di mesi in anticipo rispetto all’UE per quanto riguarda il piano vaccinale. Il paese ha vaccinato completamente circa il 70% della popolazione adulta, e quasi nove adulti su dieci hanno avuto almeno una dose. Tuttavia, nel Regno Unito troviamo attualmente il più alto tasso di infezioni da Covid-19 in Europa (con un numero di test di molto superiore alla media degli altri Paesi anche grazie alla distribuzione di tamponi fai-da-te gratuiti). Questa discrepanza si spiega con il fatto che il governo ha appena sancito la quasi completa revoca dei mandati di distanziamento sociale. Con la maggior parte della popolazione anziana e vulnerabile completamente vaccinata, il legame diretto tra numero di casi e ricoveri e decessi sembra essere stato (almeno parzialmente) interrotto. Ciò si traduce nella completa ripresa delle normali pratiche commerciali. Se il vaccino continuerà a interrompere la relazione tra numero di infetti e persone ospedalizzate, possiamo aspettarci un autunno praticamente normale nella maggior parte del mondo occidentale.

Le banche centrali al centro della scena

Nonostante i miglioramenti apportati alla situazione sanitaria globale nel secondo trimestre, la minaccia di un’inflazione superiore al previsto resta il convitato di pietra. La crescita dei prezzi è una caratteristica che sta accomunando la maggior parte dei Paesi usciti dalla quarantena. È nei momenti di politica monetaria radicale che i mercati finanziari tendono a ballare sulle note della Fed e della BCE. I principali segnali emersi nel secondo trimestre sono che i tassi di interesse potrebbero aumentare prima del previsto, a causa dell’inflazione e delle prospettive di crescita che vengono riviste al rialzo. L’ultimo meeting della Federal Reserve ha mostrato un leggero cambio di rotta con riferimento alle previsioni legate all’aumento dei tassi di interesse. I cosiddetti “Dot Plot” (previsioni aggregate) mostrano due aumenti nel 2023 che non erano previsti a marzo. Inoltre, il presidente Powell ha comunicato che la Fed sta valutando l’opportunità di avviare discussioni sul tapering degli acquisti di obbligazioni.

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